In occasione del 14 novembre, Giornata mondiale del diabete, il professor Mario Mignini Renzini spiega come una diagnosi precoce e un trattamento adeguato possano ridurre il rischio di infertilità nei diabetici, offrendo la procreazione medicalmente assistita come possibile soluzione.
Il 14 novembre si celebra la Giornata mondiale del diabete, una data importante per sensibilizzare l’opinione pubblica su una malattia in costante crescita che colpisce circa il 6,1% della popolazione globale. Il diabete, una patologia che impatta profondamente sulla salute, ha anche effetti sul benessere riproduttivo di uomini e donne, influenzando la fertilità.
Secondo una ricerca pubblicata nel luglio 2023 dalla rivista The Lancet, il numero di persone affette da diabete è in continuo aumento, con una previsione di circa 1,3 miliardi di diabetici nel mondo entro i prossimi 30 anni. In Italia, circa 3,9 milioni di persone convivono con il diabete di tipo 2 e le stime suggeriscono che questo numero aumenterà nei prossimi anni.
Il diabete e la fertilità femminile
Per le donne, il diabete può interferire con il normale ciclo riproduttivo. Le donne con diabete di tipo 1 potrebbero sperimentare un ritardo nella comparsa della prima mestruazione o un anticipo della menopausa, mentre quelle con diabete di tipo 2 sono più inclini a sviluppare la sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), una condizione che può impedire l’ovulazione e rendere più difficile il concepimento. Le donne affette da PCOS, infatti, presentano una resistenza all’insulina che può predisporsi al diabete di tipo 2 prima dei 40 anni.
Il diabete e la fertilità maschile
Anche per gli uomini, il diabete può rappresentare un ostacolo alla fertilità. Gli uomini diabetici possono riscontrare problemi come la riduzione della motilità degli spermatozoi, disfunzioni erettili, e difficoltà nell’eiaculazione. Questi disturbi, che si manifestano soprattutto in caso di diabete non controllato, possono compromettere il concepimento.
Prevenzione e cura: l’importanza della diagnosi precoce
Come sottolinea il professor Mario Mignini Renzini, specialista di ginecologia e ostetricia presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca e referente medico per i Centri Eugin, la possibilità di diventare genitori non è preclusa a chi soffre di diabete. Tuttavia, è fondamentale una diagnosi precoce e un trattamento adeguato. Il professore suggerisce di adottare uno stile di vita sano, che comprenda una dieta equilibrata, attività fisica regolare e controllo del peso corporeo, come strategie fondamentali per prevenire l’infertilità legata al diabete.
“Se, nonostante la terapia e uno stile di vita sano, i problemi di concepimento persistono, i pazienti diabetici possono accedere a un percorso di procreazione medicalmente assistita, che non presenta particolari controindicazioni per chi soffre di diabete”, spiega Mignini Renzini. La procreazione medicalmente assistita (PMA) rappresenta quindi una valida opzione per le coppie che non riescono a concepire naturalmente, con un approccio sicuro anche per le persone affette da diabete.
Diabete e procreazione medicalmente assistita (PMA)
Donne e uomini diabetici possono intraprendere il percorso della PMA senza controindicazioni specifiche. Durante il trattamento, verranno effettuati tutti gli accertamenti necessari per garantire che le condizioni di salute siano ottimali. Inoltre, le terapie per la stimolazione ovarica nella PMA non influenzano i livelli di glucosio nel sangue, garantendo così la sicurezza del trattamento per i pazienti diabetici.