Recenti studi rivelano che una persona diabetica su sei, in media, viene ricoverata in ospedale almeno una volta all’anno, spesso rimanendo in osservazione per un periodo prolungato, fino a 36 ore. Questo dato evidenzia le difficoltà degli individui che convivono con questa malattia (3,5 milioni di casi stimati, in Italia) e l’enorme pressione sui presidi di pronto soccorso, già oberati da incombenze di ogni genere, anche richieste improprie. La questione della gestione del diabete in regime di emergenza è diventata una priorità, il Servizio Sanitario Nazionale si trova a dover affrontare sfide significative legate a una mancanza di continuità assistenziale tra ospedale e territorio.
In questo contesto, la rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief (IHPB) ha promosso un Dialogue Meeting a Roma presso l’Istituto Luigi Sturzo, evento organizzato con il supporto dell’Intergruppo Parlamentare Diabete, Obesità e Stili di Vita. Ne è scaturito un documento, una proposta articolata che descrive un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) rivolto alle persone con diabete che si presentano in pronto soccorso. La Senatrice Daniela Sbrollini, Vice Presidente della decima commissione permanente del Senato, ha sottolineato l’importanza di creare uno strumento di lavoro che permetta una gestione più efficace della cronicità.
Il sovraffollamento dei presidi di pronto soccorso è un problema dibattuto da anni, il diabete scompensato, in particolare, spesso dipende dalla sovrapposizione di più cause, un controllo glicemico discontinuo, la scarsa aderenza alla terapia, un monitoraggio approssimativo. Questa realtà ha portato a un aumento degli accessi in pronto soccorso, dove molti pazienti ricevono diagnosi di diabete per la prima volta, evidenziando un fallimento nella rete di assistenza territoriale.
Federico Serra, capo della segreteria tecnica dell’Intergruppo parlamentare Obesità e Diabete, ha messo in luce l’importanza di una presa in carico organica del paziente cronico sul territorio. “Rafforzando la gestione del paziente nel territorio possiamo alleviare la pressione sul pronto soccorso, elemento centrale del sistema sanitario”, ha dichiarato Serra. Le difficoltà di accesso ai servizi di emergenza nelle aree di medicina interna richiede quindi un approccio in grado di integrare tecnologie avanzate per la prevenzione e la gestione della malattia.
Il documento elaborato durante il Dialogue Meeting è il risultato di un intenso lavoro di collaborazione tra esperti, istituzioni e associazioni di pazienti, il testo evidenzia la necessità di una gestione integrata dei dati clinici, accessibili a tutti gli operatori sanitari coinvolti nella cura delle persone con diabete. Paola Pisanti, coordinatrice del comitato che ha redatto il documento, ha evidenziato l’importanza della formazione del personale sanitario, sia ospedaliero che territoriale, per garantire una gestione più efficace e consapevole della malattia.
Uno degli aspetti chiave della bozza del nuovo PDTA è legata all’attenzione da rivolgere al paziente. Prima della dimissione dall’ospedale, è essenziale fornire informazioni chiare sia ai diretti interessati, sia ai caregiver, affinché possano comprendere appieno l’andamento della malattia e l’importanza dell’aderenza terapeutica. L’impiego di dispositivi di monitoraggio continuo della glicemia potrebbe facilitare questo processo di empowerment.
Andrea Lenzi, professore emerito di Endocrinologia all’Università di Roma, La Sapienza, ha aperto i lavori del meeting con una riflessione sulla spesa sanitaria annuale per la patologia diabetica, che ammonta a circa 10 miliardi di euro. Di questi, il 53% è destinato a spese ospedaliere. “È fondamentale un approccio organizzativo più efficace, che sposti l’attenzione da una logica di sanità di attesa a una di sanità di iniziativa”, ha affermato Lenzi, sottolineando l’importanza di attività di prevenzione e formazione.
La gestione della cronicità in regime di emergenza è stata al centro della prima sessione del meeting, mentre la seconda sessione ha toccato temi come l’automonitoraggio della glicemia, la telemedicina e l’efficientamento dei percorsi assistenziali per il diabete, sotto la moderazione di Francesco Pugliese, Società Italiana Medicina d’Emergenza (SIMEU).
Ridurre il numero di accessi in pronto soccorso, garantire una continuità assistenziale efficace e promuovere una cultura della prevenzione sono traguardi ambiziosi. Solo attraverso un approccio coordinato e multidisciplinare sarà possibile migliorare la qualità della vita dei pazienti con diabete e ottimizzare le risorse del sistema sanitario.
La strada è ancora lunga, ma il dialogo avviato presso l’Istituto Luigi Sturzo segna un passo avanti in questa direzione. La salute dei cittadini e l’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale dipendono dalla capacità di affrontare con determinazione questi passaggi cruciali.