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Dipendente positivo: cosa deve fare il datore di lavoro?

Il mondo del lavoro è stato ampiamente rivoluzionato dal Coronavirus, sia per l’impatto economico negativo che ha subito, sia per le direttive in tema di sicurezza che ha dovuto far proprie per evitare di avere un dipendente positivo.

Secondo il dottor Lonardi la seconda ondata che stiamo vivendo, con tanti mini lockdown, non ha avuto il blocco totale delle attività produttive che, al contrario, si era verificato nei mesi di marzo, aprile e maggio scorsi. Ciò non ha acuito la situazione economica delle imprese, già grave.

Cosa deve fare il datore di lavoro che scopre di avere un dipendente positivo?

Il dottor Lonardi ai microfoni di Doctor Covid ha spiegato che il datore di lavoro deve avere prima di tutto un protocollo Covid all’interno dell’azienda in base a quanto concordato anche con i sindacati, proprio per questa evenienza.

Il primo punto essenziale, oltre all’isolamento del lavoratore positivo, è tracciare internamente in azienda quelli che possono essere stati i contatti stretti, e quindi a rischio. I contatti a rischio sono coloro che sono stati 15 minuti a meno di un metro da una persona risultata positiva senza DPI. Attenzione alle situazioni nei luoghi di ristoro, ad esempio la mensa, e ai luoghi ove non è possibile il giusto distanziamento sociale.

In seguito bisogna che il datore di lavoro apra una segnalazione presso il medico competente al sistema di igiene pubblica e che proceda con i successivi controlli.

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