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Dipendenza da smartphone, Butti: “Consapevolezza digitale, non restrizioni punitive”. Campitiello: “E’ fondamentale partire da scuola e famiglie”

Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Innovazione e il Capo Dipartimento della Prevenzione, della Ricerca e delle emergenze sanitarie del Ministero della Salute sono intervenuti alla conferenza stampa “Dipendenza da smartphone, come ridurre il rischio” organizzata dall’Intergruppo Parlamentare Prevenzione e Riduzione del Rischio

“La dipendenza da smartphone è una sfida urgente che tocca direttamente le nuove generazioni e tutta la società. Lo smartphone, pur essendo tecnologicamente neutrale, incorpora modelli di utilizzo spesso rischiosi, generando problemi fisici come disturbi posturali e insonnia, ma anche comportamentali come ansia sociale, perdita di concentrazione e nomofobia. È fondamentale intervenire subito, non con divieti o restrizioni punitive, ma attraverso un serio percorso educativo di consapevolezza digitale, un dialogo costante con le aziende produttrici per la progettazione di dispositivi più etici e sicuri, e regole chiare per tutelare specialmente i giovani. Solo unendo le forze di famiglia, scuola, istituzioni e imprese potremo davvero invertire questa tendenza preoccupante”. L’ha dichiarato Alessio Butti, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Innovazione, intervenuto alla conferenza stampa “Dipendenza da smartphone, come ridurre il rischio”, organizzata dall’Intergruppo Parlamentare Prevenzione e Riduzione del Rischio presieduto dall’Onorevole Gian Antonio Girelli.

Alla conferenza, è intervenuta anche Maria Rosaria Campitiello, Capo Dipartimento della Prevenzione, della Ricerca e delle emergenze sanitarie del Ministero della Salute, che ha dichiarato: “La prevenzione delle dipendenze da smartphone nei giovani deve iniziare in famiglia, quando si è piccoli, ed estendersi al rapporto tra pari nell’adolescenza. La frammentazione dell’attenzione, le interferenze sul sonno, l’assorbimento nello spazio e nel tempo slegati dalle relazioni reali sono assolutamente deleteri per la crescita e la formazione del cervello in crescita influenzando i sistemi di gratificazione e del piacere che possono influenzare anche altri aspetti dei successivi comportamenti da abuso che vedono nell’età giovanile una oggettiva fragilità”.

“Queste dipendenze – ha sottolineato Campitiello – vanno adeguatamente affrontate. Come capo del dipartimento della Prevenzione ricordo che i due asset fondamentali che assorbono le relazioni dei giovanissimi e degli adolescenti sono la famiglia e la scuola. Qui occorre intervenire. Il decalogo che abbiamo delineato già agli Stati generali della prevenzione a Napoli c’è anche questo aspetto. Partire dai giovani contro le dipendenze da strumenti digitali è fondamentale tenendo conto della fragilità e delicatezza di un sistema cognitivo in fase di strutturazione. Le dipendenze – ha aggiunto Campitiello – sono il problema fondamentale nell’ambito delle politiche di prevenzione. L’1,5 per cento del fondo sanitario nazionale è vincolato a questo scopo e una percentuale va anche alle dipendenze da telefonino. Non è certo sufficiente ma siamo consapevoli della centralità di questo tema nelle politiche di salute pubbliche. L’importanza della consapevolezza dell’uso dei dispositivi deve passare da una comunicazione semplice ai giovani, ai bambini e alle famiglie affinché essi stessi siano interessati ad affrontare il problema.

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