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Dispositivi medici, Lombardia leader in Italia: Qui oltre la metà della produzione e il 40% della ricerca

La Lombardia leader in Italia nel settore industriale della produzione e della ricerca nel campo dei dispositivi medici. Una primazia conquistata grazie al lavoro in rete svolto da università, ospedali, imprese, centri di ricerca e poli di innovazione. La regione dunque si afferma come hub europeo del settore segnando cosatanti traguardi di crescita, innovazione e le sfide della sanità digitale per il futuro della salute conseguiti negli ultimi anni e confermati nel 2025.
Un tessuto industriale fatto di 1.396 imprese e oltre 58.000 occupati guidando il comparto a livello nazionale e affermandosi tra i poli di eccellenza anche in Europa. A questo si aggiunge un impegno significativo in ricerca e innovazione: quasi il 10% degli addetti lavora in R&I, con investimenti pari a 401 milioni di euro – il 40% del totale nazionale – e la produzione di 858 imprese che raggiunge i 4 miliardi di euro, il 55% del dato italiano. Quasi un terzo delle imprese italiane del settore ha sede in Lombardia, generando oltre la metà della produzione nazionale. Questi numeri, presentati oggi a Milano nel corso dell’evento “Dispositivi medici: innovazione e imprese per la Sanità del futuro”, realizzato in collaborazione con Assolombarda e Confindustria Lombardia, raccontano un settore che non è solo un motore industriale, ma anche una leva strategica per la salute pubblica, perché introduce sul territorio tecnologie capaci di migliorare la qualità della vita delle persone e l’efficienza del sistema sanitario.
“La forza della Lombardia – ha dichiarato il Presidente di Confindustria Dispositivi Medici, Fabio Faltoni – sta nella capacità di fare rete: università, ospedali, imprese e centri di ricerca hanno trasformato la regione in un laboratorio permanente di innovazione. In questo ecosistema, il legame tra ricerca e industria è la chiave per attrarre investimenti e generare crescita. La Lombardia è anche protagonista della sanità digitale, con telemedicina, intelligenza artificiale ed e-health che stanno già cambiando il volto dell’assistenza. Restano sfide cruciali da affrontare: sostenere la crescita delle startup, facilitare l’accesso al mercato e rendere più snelle le regole di procurement, promuovendo al tempo stesso nuove competenze digitali e un modello di sviluppo sostenibile. È su questi fronti che si gioca il futuro della sanità e della competitività del settore”.

“La filiera delle Life Science conferma il ruolo centrale del nostro territorio per il Paese: a livello lombardo vale 56,6 miliardi di euro, pari al 12,6% del PIL regionale – ha commentato Alvise Biffi, Presidente di Assolombarda -. La Lombardia, inoltre, figura come leader nazionale per numero di aziende medtech attive sul territorio. Si tratta di risultati resi possibili grazie a un ecosistema forte e integrato in cui il comparto dei dispositivi medici si distingue per l’altissimo contenuto innovativo, decisivo non solo per rendere più efficiente il sistema sanitario, ma anche per migliorare qualità e durata della vita. La Lombardia, con la spinta decisiva dei territori di Assolombarda, ha quindi tutte le carte in regola per essere un hub di riferimento internazionale nelle Scienze della Vita”.
“Centralità della componente manifatturiera, propensione costante all’innovazione e collaborazione pubblico-privato sono i pilastri del comparto lombardo dei dispositivi medici – ha dichiarato Giuseppe Pasini, Presidente Confindustria Lombardia – al cui sviluppo contribuiscono tutti i nostri territori. La Lombardia, con le sue tante specializzazioni e competenze di altissimo livello, compone un ecosistema che è un vero punto di riferimento nazionale ed europeo dei dispositivi medici. All’interno di questo ecosistema le imprese manifatturiere svolgono un ruolo cruciale, dalla produzione all’innovazione, dalla conformità normativa alla fornitura, contribuendo in modo significativo alla salute e al benessere delle persone”.

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