Un sondaggio di UNICEF Italia svela come la crescente preoccupazione per la crisi ambientale stia generando ecoansia tra i giovani, con effetti preoccupanti sulla loro salute mentale e il benessere psicologico.
UNICEF Italia lancia un allarme riguardante l’ecoansia, ovvero l’ansia derivante dalla preoccupazione per i cambiamenti climatici, che sta colpendo una larga parte della popolazione giovanile. La ricerca “Crisi climatica ed ecoansia in Italia: preoccupazioni ambientali e salute mentale”, condotta in collaborazione con Youtrend, ha rivelato che oltre il 20% degli italiani ha vissuto, almeno una volta, esperienze legate all’ecoansia, mostrando sintomi fisici e psicologici in risposta al crescente stato di ansia per l’ambiente. Per ecoansia si intende una forma di preoccupazione per le problematiche ambientali che sta guadagnando attenzione globale, poiché sempre più persone, in particolare tra i giovani, si trovano a confrontarsi con il futuro incerto a causa dei cambiamenti climatici. Questi disturbi emotivi si manifestano in risposta alla paura dei disastri ambientali, delle incertezze politiche e del futuro del nostro pianeta. Secondo il sondaggio di UNICEF Italia, il 24% degli italiani ha sentito parlare di ecoansia e il 22% ha dichiarato di riconoscere alcuni aspetti della propria esperienza personale in relazione alla definizione del termine. Sintomi comuni includono mal di testa, tensione muscolare e palpitazioni, e per alcuni, l’ansia per la situazione ambientale si manifesta con pensieri ricorrenti e incontrollati. Questi dati sono particolarmente rilevanti poiché indicano come il cambiamento climatico non solo minacci la salute fisica, ma anche quella mentale della popolazione.
Il futuro fa paura
Le generazioni più giovani sono particolarmente vulnerabili all’ecoansia, in quanto si trovano a vivere con una crescente consapevolezza dei rischi ambientali e delle future conseguenze del cambiamento climatico. In effetti, quasi il 32% degli intervistati tra i 18 e i 45 anni afferma che la paura per il cambiamento climatico li scoraggia dall’idea di avere figli, segno di un sentimento di disillusione riguardo al futuro del nostro pianeta. Questa ansia è legata anche al crescente riscaldamento globale e alle problematiche ambientali che minacciano le città in cui viviamo. Si stima che il 20% dei bambini vivano in aree urbane esposte a ondate di calore eccezionalmente frequenti, un fenomeno che è raddoppiato rispetto a 60 anni fa. La percezione di un futuro incerto e minacciato dalla crisi climatica sta lasciando i giovani italiani preoccupati e sopraffatti.
I sintomi psicologici
Il 7% degli intervistati ha riferito di manifestare almeno una volta a settimana sintomi fisici in risposta all’ecoansia. Mal di testa, tensione muscolare e nausea sono solo alcuni dei segnali che indicano quanto questa ansia stia influenzando la salute mentale degli italiani. Inoltre, il 9% degli intervistati ha riconosciuto di accusare sintomi psicologici, come pensieri ricorrenti che non riescono a controllare, causati dall’incertezza per il futuro. Questi numeri sono preoccupanti poiché mostrano che la crisi climatica non è solo un problema ambientale, ma una questione che colpisce anche il benessere psico-emotivo di una larga parte della popolazione.
Il ruolo dei comportamenti sostenibili
In risposta all’ecoansia, una parte significativa della popolazione sta cercando di affrontare il problema mediante comportamenti più sostenibili. Il 68% degli intervistati afferma di fare attenzione alla raccolta differenziata, mentre il 49% cerca di ridurre il consumo di acqua. Questi comportamenti sono parte di una crescente consapevolezza ambientale che mira a ridurre l’impatto ecologico, ma anche a mitigare i sentimenti di ansia legati alla crisi ambientale. Tuttavia, la sostenibilità personale non basta. Il 60% degli intervistati ha dichiarato di non riuscire sempre a controllare le proprie preoccupazioni riguardo all’ambiente e molte persone avvertono un forte senso di responsabilità nel cercare di essere più sostenibili. La difficoltà nel controllare queste emozioni suggerisce che l’ecoansia è un fenomeno che deve essere affrontato con maggiore attenzione.
Come l’UNICEF sta rispondendo all’ecoansia
L’UNICEF Italia ha preso atto della crescente diffusione dell’ecoansia e delle sue implicazioni sulla salute mentale, soprattutto tra i giovani. L’organizzazione sostiene la necessità di dare priorità alla salute mentale dei giovani e di includere le loro preoccupazioni ambientali nelle politiche e nelle azioni future. Tra le raccomandazioni dell’UNICEF, vi è l’importanza di coinvolgere i giovani nella definizione delle politiche ambientali e sanitarie, garantendo che la loro voce venga ascoltata e che le soluzioni proposte siano adeguate alle loro necessità. L’UNICEF Italia porta avanti anche la campagna “Cambiamo ARIA”, promuovendo comportamenti sostenibili e sensibilizzando le persone sui temi dell’ecoansia e del cambiamento climatico.