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Farmaci e governance, lo studio: più dialogo tra Aifa e Regioni per accelerare l’accesso alle cure

Condivisione dei dati, riduzione dei tempi e ottimizzazione delle risorse: il modello proposto dall’Università del Piemonte Orientale

Nel complesso ecosistema della sanità pubblica in Italia, il percorso che porta un farmaco dalla sua approvazione alla reale disponibilità per i pazienti è spesso lungo, frammentato e disomogeneo. Le dinamiche tra l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) e le Regioni, che gestiscono in autonomia i prontuari terapeutici e le politiche di erogazione, rappresentano uno snodo cruciale ma ancora poco armonizzato. Partendo da queste premesse, uno studio condotto da Claudio Jommi e Riccardo Novaro del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università del Piemonte Orientale (Upo), in collaborazione con Dephaforum e i Servizi farmaceutici di Veneto, Emilia-Romagna, Campania e Puglia, propone un cambio di paradigma: più comunicazione e condivisione di informazioni tra centro e territori per migliorare l’accesso ai farmaci.

Lo studio parte da un’analisi della situazione attuale, evidenziando come la mancanza di un flusso informativo strutturato tra Aifa e le Regioni rallenti i processi decisionali e aumenti il carico di lavoro del personale sanitario. Attualmente, le Regioni ricevono le informazioni di prezzo e rimborso (P&R) solo dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della relativa determina, mentre i dati contenuti nel Dossier P&R – rivalutati dalla Commissione Scientifico-Economica di Aifa – non vengono condivisi. Questo ritardo informativo si traduce in una gestione frammentaria e disomogenea, con tempi di accesso alle terapie che variano sensibilmente da Regione a Regione.

«Con il nostro studio – ha spiegato Claudio Jommi in occasione di una conferenza a Roma in Santo Spirito – abbiamo rilevato quali siano i tempi di gestione delle politiche regionali e le risorse impiegate, analizzando il percorso dall’inclusione dei farmaci nei prontuari regionali fino all’identificazione dei centri di erogazione e all’aggiudicazione della fornitura». I risultati parlano chiaro: per le molecole la cui determina di P&R è stata pubblicata tra gennaio 2023 e giugno 2024, i tempi medi di accesso variano da 135 a 361 giorni. Le Regioni che non adottano prontuari regionali e che dispongono di un’attività strutturata di “Horizon Scanning” – ovvero di monitoraggio anticipato delle innovazioni terapeutiche – mostrano tempi decisionali più rapidi.

Ma il dato più significativo riguarda l’impatto che una maggiore condivisione delle informazioni-chiave da parte di Aifa potrebbe avere sull’efficienza del sistema. Secondo lo studio, se l’Agenzia condividesse con le Regioni elementi come la stima della popolazione target, l’identificazione dei farmaci comparatori e le valutazioni di impatto economico, si potrebbe ottenere una riduzione media del 40% del lavoro del personale coinvolto nelle politiche regionali. Un risparmio di risorse che potrebbe essere riallocato su altre attività strategiche, contribuendo a semplificare e accelerare la programmazione sanitaria.

Il messaggio che emerge è lineare: una governance più integrata e dialogante tra Aifa e Regioni non solo favorirebbe l’equità nell’accesso alle terapie, ma migliorerebbe l’efficienza complessiva del sistema sanitario. In un momento storico in cui l’innovazione farmaceutica corre veloce e le esigenze dei pazienti si fanno sempre più urgenti, la capacità di anticipare, coordinare e condividere diventa una leva fondamentale per garantire cure tempestive e sostenibili.

I commenti

“Tutte le Regioni e le Provincie Autonome hanno la responsabilità di garantire l’assistenza farmaceutica ai cittadini rispettando ovviamente la disponibilità dei finanziamenti disponibili – aggiunge Mattia Altini, Presidente SIMM-Società Italiana di Leadership e Management in Medicina -. AIFA svolge fra l’altro un’importante attività di Horizon Scanning e quindi di identificazione e valutazione di farmaci e trattamenti innovativi anni prima che si presentino per la negoziazione. Inoltre, deve analizzare nuove indicazioni terapeutiche di medicinali già utilizzati per il trattamento di patologie più o meno diffuse. Come suggerisce lo studio presentato oggi, l’interazione informativa ai fini della programmazione dovrebbe essere avviata il prima possibile, includendo anche le prime fasi di Horizon Scanning. In questo modo si potrebbe facilitare anche l’individuazione dei centri di riferimento, dove erogare le nuove terapie, o dare una prima valutazione dell’impatto organizzativo circa l’introduzione del medicinale”.

“Solo lo scorso anno, dai dati di monitoraggio, la spesa farmaceutica pubblica a livello nazionale ammontava ad oltre 23 miliardi di euro – sottolinea Guido Rasi, Professore Onorario Università di Roma Tor Vergata e Consigliere Ministro della Salute -. Un costo importante ma che rappresenta anche un investimento positivo per l’intero Servizio Sanitario Nazionale. Sono risorse spese per farmaci che determinano un impatto sia clinico che economico significativo per la collettività e che andrebbero ulteriormente valorizzate con efficaci misure di monitoraggio della appropriatezza e della aderenza alle terapie. Nel quadro della regionalizzazione della sanità italiana, bisogna trovare modalità per rendere più efficiente e veloce l’accesso alle terapie da parte dei cittadini. Va quindi promossa una maggiore sinergia e scambio di informazioni fra Agenzia e Regioni per evitare duplicazioni di attività da parte delle Regioni ed avere una migliore efficienza nei processi di accesso regionale”.

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