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Glaucoma e miopia: la diagnosi precoce. Parla il presidente della Società Italiana di Scienze Oftalmologiche

Teresio Avitabile presidente SISO, Società Italiana di Scienze Oftalmologiche, affronta in questa intervista due temi di particolare attualità, glaucoma e miopia, sottolineando l’importanza della diagnosi precoce.

Il glaucoma è la principale causa di cecità irreversibile al mondo. Cosa si intende esattamente per glaucoma? Quali, se ci sono, i fattori di rischio?

“Il glaucoma è una patologia cronica che danneggia progressivamente e irreversibilmente il nervo ottico, struttura fondamentale per la vista poiché trasmette l’informazione visiva dalla retina al cervello. Il glaucoma comporta la pressione alta dell’occhio che schiaccia il nervo ottico, fa perdere delle fibre, il campo visivo pian piano si riduce, finché non si chiude definitivamente e le parti di campo visivo perdute non si rigenerano. Il glaucoma, se non trattato o diagnosticato tardivamente, può portare alla cecità completa. I fattori di rischio che possono incidere sull’insorgenza del glaucoma sono: l’età dai 40 anni in avanti, l’etnia africana, ispanica e asiatica, la familiarità, la pressione intraoculare elevata, lo spessore corneale ridotto, i difetti rifrattivi, la pressione sanguigna bassa, il diabete”.

Si può mettere in atto una prevenzione per impedire lo sviluppo del glaucoma?

“Il glaucoma è una patologia che non dà sintomi. È noto in ambito oculistico come il “ladro silenzioso della vista”. Purtroppo, alcuni pazienti ancora oggi seguono una cosiddetta “medicina di sintomo”, ovvero si recano a un controllo dallo specialista solo quando soffrono di qualche sintomo o disturbo, ma non c’è di più errato che seguire questo approccio. Questo poteva avvenire negli anni ’40-’50, quando si andava dal medico solo se si stava male, tuttavia allora la vita media non era di 85 anni com’è ora, ma molto inferiore”.

Come viene diagnosticata la malattia?

“Come per la macchina non aspettiamo che si fermi per strada come si faceva una volta, ma si va a fare il tagliando per controllarla, così per gli occhi bisogna fare il tagliando per controllarli. Esiste una mappatura completa di scadenze e date in cui effettuare le prime visite oculistiche, a partire dalla nascita, dato che ci sono patologie congenite dell’occhio – come ad esempio il glaucoma congenito – che possono essere diagnosticate con estrema precocità, e poi visite il primo giorno di scuola, se c’è un vizio rifrattivo, al compimento dei 40 anni. Lo screening per il glaucoma è molto semplice: è necessario misurare la pressione oculare attraverso una manovra che richiede pochi secondi”.

Quali sono le opzioni di intervento?

“Il glaucoma, una volta diagnosticato, può essere trattato con diverse soluzioni terapeutiche. Qualora i colliri non riescano a controllare la pressione intraoculare, è necessario procedere all’intervento. Questo non serve a ripristinare i danni che il glaucoma ha determinato sul nervo ottico, ma consiste nella creazione di un foro alla sclera, attraverso il quale l’umor acqueo riesce a defluire nella camera anteriore, e così facendo si abbassa la pressione intraoculare”.

La miopia affligge buona parte della popolazione: quali sono i fattori di rischio?

“I miopi sono l’onda lunga di questo millennio. Sono in crescente aumento: negli ultimi 20 anni sono raddoppiati e si prevede che nei prossimi 20 anni raddoppieranno ancora; parliamo quindi di miliardi di persone miopi nel mondo. Ci sono alcune aree geografiche, come quelle orientali, in cui praticamente siamo al 90% di miopi. Ciò sta avvenendo a causa del cambiamento dei nostri stili di vita, tra cui anche l’urbanizzazione. Una volta l’uomo era cacciatore e quindi aveva bisogno di una vista lunga. Adesso l’uomo è un uomo da computer, da tablet, quindi ha bisogno di una vista corta: si è adattato a questo nuovo modo di vivere ed è diventato miope”.

Quali le precauzioni e le indicazioni al trattamento?

“È importante cercare di fare stare i ragazzi all’aperto. In Cina, dove la popolazione è altamente miope, stanno strutturando le scuole all’aperto perché gli orizzonti ampi riducono l’incidenza della miopia. Esistono, inoltre, nuove realtà come le lenti a defocus periferico, per le quali la letteratura testimonia che riducono la progressione della miopia anche del 50%. Anche l’utilizzo dell’atropina a basso dosaggio, da sola o in combinazione con le lenti a defocus periferico, riduce la progressione della miopia”.

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A che età è consigliata una visita oftalmologica per individuare eventuali disturbi refrattivi?

“La visita oftalmologica va consigliata alla nascita. Ovviamente il bambino appena nato non legge il tabellone, però l’oculista pediatrico, che è abituato a visitare bambini – anche i prematuri che sono ad alto rischio di una patologia altamente invalidante che è la retinopatia del prematuro – può vedere se ci sono delle patologie congenite, come la cataratta congenita, il glaucoma congenito, il temibile tumore dell’infanzia che è il retinoblastoma. E si può avere anche un’idea della rifrazione”.

“In genere i bambini dovrebbero essere ipermetropi con l’occhio corto, perché poi crescendo l’occhio si allunga. Se già un bambino alla nascita risulta essere miope, va attenzionato e subito messa la correzione ottica, perché correggere la miopia è un altro dei sistemi che abbiamo per non farla progredire. In base, poi, al difetto di rifrazione che viene riscontrato, si programmano le future visite oculistiche. È chiaro che se il bambino risulta emmetrope, cioè non ha vizi di rifrazione, le visite possono essere procrastinate nel tempo. Al contrario, se il bambino già a 5 anni è miope di 6 o di 8 diottrie, è chiaro che andrà attenzionato molto più di un altro”.

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