È la forma più comune di artrite infiammatoria negli adulti: riconoscere la gotta e intervenire tempestivamente è fondamentale.
La gotta, spesso ricordata come la malattia dei re, è ancora oggi una delle forme più diffuse di artrite infiammatoria nell’adulto. Nonostante venga comunemente associata a epoche passate e a figure storiche come Enrico VIII, Alessandro Magno o Isaac Newton, questa patologia è ben presente nella realtà contemporanea e in costante crescita, soprattutto nei Paesi industrializzati. La causa principale della gotta è l’accumulo di acido urico nel sangue, una condizione nota come iperuricemia. Quando i livelli di questo acido superano la soglia di solubilità, si formano cristalli che si depositano nelle articolazioni, innescando attacchi infiammatori acuti, dolorosi e debilitanti. L’alluce è spesso il primo punto colpito, ma anche ginocchia, caviglie e gomiti possono essere interessati.
A rischio gli uomini under 40
Secondo il professor Carlomaurizio Montecucco, presidente della Fondazione Italiana per la Ricerca in Reumatologia (FIRA) e docente di Reumatologia all’Università di Pavia, “la gotta è la forma più comune di artrite infiammatoria nell’adulto, soprattutto nei maschi sopra i 40 anni, ed è in aumento anche in Italia”. I principali fattori che hanno contribuito alla sua diffusione sono legati allo stile di vita moderno: sovrappeso, obesità, consumo eccessivo di carne rossa, alcol, bevande zuccherate e una scarsa attività fisica. La malattia non è solo dolorosa, ma può diventare cronica se trascurata. La presenza di iperuricemia, infatti, può causare attacchi sempre più frequenti e portare alla formazione dei cosiddetti tofi, noduli duri costituiti da cristalli di urato che si depositano nei tessuti molli e negli organi. Inoltre, la gotta è spesso associata ad altre condizioni gravi come ipertensione, diabete, malattie renali e patologie cardiovascolari.
Terapia farmacologica più stile di vita sano
Un elemento centrale per affrontare la gotta in modo efficace è la diagnosi precoce. Oggi esistono terapie efficaci che permettono di trattare gli episodi acuti e, soprattutto, di gestire la malattia nel lungo periodo. I farmaci anti-infiammatori e la colchicina vengono impiegati per contrastare gli attacchi, mentre i farmaci ipouricemizzanti aiutano a ridurre stabilmente i livelli di acido urico nel sangue. Tuttavia, come sottolineato dal professor Montecucco, ogni paziente necessita di un percorso terapeutico personalizzato. In alcuni casi, l’inizio della terapia cronica può provocare un temporaneo aumento degli attacchi, motivo per cui è importante che la gestione della malattia avvenga sotto stretto controllo medico. Oltre alla terapia farmacologica, risulta cruciale l’adozione di uno stile di vita sano. Una dieta bilanciata, povera di alimenti ad alto contenuto di purine (carne rossa, frattaglie, crostacei, alcolici e birra), insieme a un’attività fisica regolare, può ridurre significativamente la frequenza degli attacchi e migliorare il benessere generale del paziente. Anche il mantenimento di un peso corporeo adeguato rappresenta un elemento essenziale nella prevenzione delle recidive.
Che cosa fa FIRA
FIRA – Fondazione Italiana per la Ricerca in Reumatologia – è un ente del Terzo Settore nato nel 2006 per promuovere la ricerca scientifica indipendente in ambito reumatologico. La Fondazione sostiene studi clinici e sperimentali, progetti di collaborazione tra centri italiani e percorsi di formazione specialistica per ricercatori e medici. Il Centro Ricerche FIRA, attivo presso la Fondazione Pisana per la Scienza, rappresenta un polo d’eccellenza per l’innovazione nella reumatologia italiana. Le malattie reumatologiche, tra cui la gotta, colpiscono in Italia oltre 5 milioni di persone di tutte le età, rappresentando la principale causa di disabilità nei Paesi occidentali. Con oltre 150 patologie classificate, queste condizioni hanno un impatto notevole sia sulla qualità della vita dei pazienti, sia sui costi per il sistema sanitario nazionale. FIRA continua a lavorare per migliorare la conoscenza e la gestione di queste malattie attraverso la ricerca, la divulgazione e il sostegno ai pazienti. Per informazioni, approfondimenti e per contribuire alla ricerca con donazioni o con la destinazione del 5×1000, è possibile visitare il sito ufficiale della Fondazione: www.fondazionefira.it.