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Ho il diabete e ho paura degli aghi, cosa devo fare?

In occasione della giornata mondiale del diabete che si è celebrata il 14 novembre, l’esperto suggerisce come affrontare la fobia degli aghi e spiega quali sono gli strumenti per poter gestire al meglio il diabete senza ricorrere all’uso di aghi. Il forte disagio verso gli aghi colpisce fino al 43% i pazienti con diabete.

È una vera e propria fobia la paura degli aghi e le persone con diabete, che devono ricorrere agli aghi almeno 8 volte al giorno, la affrontano con ansia e paura. La fobia per l’ago suscita sensazioni di ansa e panico fino allo svenimento. Un recente studio ha analizzato i comportamenti di pazienti con malattie croniche confermando un forte disagio verso gli aghi che colpisce fino al 43% i pazienti con diabete.

Laura Nollino, diabetologa presso l’Unità operativa complessa di malattie endocrine del ricambio della nutrizione, dell’ospedale Cà Foncello di Treviso
Laura Nollino, diabetologa presso l’Unità operativa complessa di malattie endocrine del ricambio della nutrizione, dell’ospedale Cà Foncello di Treviso

In occasione della giornata mondiale del diabete, Laura Nollino, diabetologa presso l’Unità operativa complessa di malattie endocrine del ricambio della nutrizione, dell’ospedale Cà Foncello di Treviso, dà consigli su come affrontare la paura degli aghi e spiega quali sono gli strumenti a disposizione per gestire con serenità il diabete senza ricorrere agli aghi.

1. Come per tutte le fobie è utile rivolgersi ad un esperto psicoterapeuta soprattutto quando la paura è invalidante per il successo delle terapie farmacologiche.

“Parlare del problema – spiega la dottoressa Nollino – serve a circoscriverlo, definirlo e razionalizzarlo. Spesso il paziente sa che la sua paura è immotivata, sproporzionata all’evento ma non sa come gestirla. La terapia cognitivo comportamentale rappresenta un valido rimedio per le fobie perché attraverso alcune tecniche permette di vincere la paura”.

2. Ci sono anche piccoli accorgimenti che aiutano a distrarre il paziente spaventato. Per esempio, procedere alle rilevazioni della glicemia in modo rapido, scegliendo la profondità di puntura più confortevole in base al proprio spessore della pelle.

“In alcuni casi può essere utile pungere il polpastrello lateralmente o applicare lozioni emollienti che possono aiutare le zone fragili limitrofe – prosegue la dottoressa Laura Nollino -. Per le iniezioni di insulina, invece, è altrettanto importante andare a colpo sicuro con aghi sottocutanei di lunghezza minima, cambiandoli a ogni iniezione per evitare microlesioni e cambiando sempre la zona del corpo dove inserire l’ago”.

3. Oltre a un supporto educazionale multidisciplinare, ci poi sono le numerose soluzioni tecnologiche che riducono l’uso giornaliero degli aghi garantendo una migliore gestione del diabete.
Il sistema più avanzato di monitoraggio è quello che misura in continuo i valori della glicemia ogni 5 minuti e che può annunciare con anticipo – senza stress per il paziente – quando è necessario intervenire sulla terapia (Dexcom G6). A sostituire invece le iniezioni con le penne di insulina, sono stati progettati pratici e affidabili microinfusori patch (Omnipod) per la somministrazione di insulina, contribuendo a una gestione consapevole della malattia.

Si è notevolmente evoluta la tecnologia per la gestione del diabete, basti pensare al POD che dura 3 giorni e che eroga per via sottocutanea l’insulina o al device per il monitoraggio in continuo della glicemia (CGM) che segnala la percentuale di tempo trascorso all’interno dell’intervallo glicemico. Avere queste informazioni in tempo reale, anche attraverso smartphone e smartwatch significa avere la costante consapevolezza sui propri livelli glicemici e sapere come intervenire in anticipo e nel rispetto della privacy. Il nostro impegno è anche quello di contribuire a migliorare la qualità di vita dei nostri pazienti e microinfusori e sensori possono fare la differenza” conclude la dottoressa Laura Nollino.

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