I malati di Covid19 sono 20 volte di più dei dati che circolano. Il centro trasfusionale di riferimento COVID-19 del Policlinico di Milano, ha condotto una analisi su 789 donatori sani presentatisi presso di loro tra il 24 febbraio e l’8 aprile per valutare la presenza di anticorpi IgM e IgG.
I risultati principali hanno documentato che all’inizio dello studio il 4,6% degli adulti sani coinvolti nello studio è risultato positivo per anticorpi IgM e/o IgG. Nel corso dello studio è stato riscontrato un progressivo incremento che ha raggiunto il 7,1% , con prevalenza dei test IgG positivi ma non per quelli IgM positivi, che dimostra il fatto che i pazienti si stavano allontanando dal momento del contagio e stavano sviluppando immunità attraverso gli anticorpi immunizzanti IgG.
Se si estrapolassero questi dati proiettandoli sulla popolazione della intera provincia di Milano, queste stime corrisponderebbero a 231.460 casi non diagnosticati all’8 aprile 2020, mostrando una sottodiagnosi di casi positivi di almeno venti ad uno, come molte fonti avevano ipotizzato. Le positività alle IgG (infezioni passate) erano riscontrate più frequente nei giovani, mentre quelle alle IGM (infezioni recenti) erano riscontrate nei più anziani. Questi dati dimostrerebbero che l’infezione fosse più diffusa tra i giovani (spesso asintomatici) prima delle restrizioni anti-SARS-CoV-2, mentre dopo la chiusura di scuole e università l’infezione si sia diffusa soprattutto attraverso i contatti di lavoro dei soggetti di età più avanzata o all’interno dei nuclei familiari.
I malati di Covid19 attualmente positivi in Italia sono 38.429, i deceduti 33.689, i guariti 161.895
Ovviamente questi risultati possono risentire della efficacia dei test e daI fatto che i donatori di sangue sono in genere più sani della popolazione generale e potrebbero avere quindi più interazioni sociali rispetto ad altri gruppi, gonfiando quindi le previsioni numeriche.
L’area metropolitana di Milano è stata uno dei focolai di infezione, tra le prime e più duramente colpite dalla pandemia di COVID-19. Gli individui con malattia lieve o asintomatica potrebbero essere tra le principali fonti di contagio.
Certo che i dati di sieroprevalenza dimostrano che il virus stava con tutta probabilità già circolando da tempo a Milano al momento dell’inizio dell’epidemia in Lombardia (24 febbraio 2020). Si potrebbe anche aggiungere che davanti a tale situazione le misure di distanziamento sociale del lockdown, l’utilizzo di mascherine, di gel disinfettanti e di guanti, possono aver avuto un effetto maggiore tra i giovani.
Giovani che nella maggior parte dei casi sono stati molto attenti nel rispetto delle regole imposte.