La medicina territoriale procede verso un processo di riforma e implementazione, anche grazie e soprattutto ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
È sicuramente importante programmare gli investimenti secondo il progetto elaborato a livello nazionale in accordo con le Regioni, ma è altrettanto importante stabilire i percorsi e le risorse umane da utilizzare all’interno delle Case di comunità, gli ospedali di comunità, l’assistenza domiciliare e il continuo contatto con gli ospedali nell’ottica di una presa in carico trasversale e non a silos.
Ma per fare questo bisogna partire dalle necessità del cittadino/paziente e cioè quali sono le offerte assistenziali possibili nei vari luoghi di cura, il personale da dedicare programmando numero, tipo e competenze, la presenza dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta nelle strutture territoriali, quali specialisti presenti nelle Case di Comunità, dispositivi medici utili e come organizzare la formazione degli operatori, come interconnetterli con l’uso della telemedicina e secondo la progettualità dell’Internet of The Things (IoT) e come organizzare un collegamento proficuo con le Aziende Ospedaliere, creando una filiera in/out tra le cure e la diagnostica di primo livello e quella a più alta complessità.
Per raggiungere gli obiettivi bisogna analizzare se la proposta del DM 71, e cioè della riforma della medicina territoriale, sia confacente ai medesimi a partire dalla proposta del Ministero sulla quale la discussione nel Paese e tra le Regioni è vivace e tutt’altro che concorde.
Il tema è stato affrontato da Motore Sanità in un meeting specifico nell’ambito della Winter School 2022 di Napoli, promossa e divulgata da Mondosanità e Dentro la Salute e organizzata con il contributo incondizionato di Gilead, Janssen Pharmaceutical Companies of Johnson & Johnson, AlmavivA, Daiichi Sankyo, GSK, IBM, Sanofi, Angelini Pharma, Kyowa Kirin, Siemens Healthineers e Teva, con lo scopo di creare filiere di diagnosi, cura e riabilitazione con attenzione anche alla componente sociale e all’offerta al di fuori delle strutture previste dal PNRR, in primis le farmacie di servizio. Collante delle varie e composite realtà sarà l’implementazione dell’uso della telemedicina e dell’ICT, tramite collaborazioni interregionali e la messa a terra definitiva dei Fascicoli Sanitari.
Sul tema è intervenuto Enrico Coscioni, Presidente AGENAS e Consigliere del Presidente della Giunta Regionale per la Sanità, Regione Campania, ha aperto i lavori con queste parole.
“Ho una profonda tristezza nel cuore per la guerra che colpisce i più deboli, sono giorni difficili, complicati ma guardiamo avanti, perché ci aspettano nuove sfide nel campo della digitalizzazione. Sono stati finanziati 700 milioni di euro dal PNRR, con l’obiettivo di avere 200mila persone in teleassistenza entro il 2024 di cui 20mila in Campania. In Campania c’è una messa in sistema della digitalizzazione della sanità importante”.
“La sanità per il domani vive un momento storico – ha spiegato Antonio Postiglione, Direttore Generale per la Tutela della Salute e il Coordinamento dei Sistema sanitario Regionale -. Sta cambiando su molti livelli e il processo di cambiamento che stiamo vivendo non può non richiedere un adeguamento delle norme per quanto riguarda il personale. Circa la medicina territoriale abbiamo una strutturazione della medicina convenzionata che conta oltre 3.800 medici di medicina generale, 900 pediatri di libera scelta che ci permette di arrivare a numeri importanti come quelli citati dal Presidente Agenas”.
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