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Aderenza terapeutica perché è importante

Il Valore dell’aderenza terapeutica: Cos’è l’aderenza terapeutica, perché è importante e quante e quali persone riguarda.

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) definiva come aderenza terapeutica “il grado in cui il paziente segue le raccomandazioni del medico. Queste raccomandazioni riguardano dosi, tempi e frequenza dell’assunzione di una terapia per l’intera durata di essa”. Il problema dell’aderenza non riguarda solo i farmaci, ma anche tutti gli atti assistenziali volti a modificare le abitudini e la routine terapeutica dei pazienti.

I numeri dell’aderenza terapeutica

Naturalmente l’aderenza terapeutica è particolarmente importante per i pazienti cronici. Le malattie croniche colpiscono il 40% della popolazione italiana, pari a circa 24 milioni di persone. Di queste 12,6 milioni, ha già oggi due o più patologie croniche. Con l’invecchiamento demografico del prossimo trentennio, è atteso un aumento delle patologie croniche e della multimorbilità. Basti pensare che nel 2030 a livello mondiale gli over 65 saranno il 28% ed il 34% nel 2050.

Il 63% di tutte le morti a livello globale è correlato alle malattie croniche (tra cui rilevanti quelle cardiovascolare, oncologica, respiratoria e diabete). Queste sono le persone per cui l’aderenza terapeutica è fondamentale.

Riguardo all’aderenza, dalle analisi contenute nel Rapporto OsMed di AIFA, è evidenziato che è aderente alle terapie solo:

  • • Il 55,1% dei pazienti con ipertensione,
  • • il 52-55% dei pazienti con osteoporosi,
  • • il 60% dei pazienti con artrite reumatoide,
  • • il 40-45% dei pazienti con diabete di tipo II,
  • • il 36-40% dei pazienti con insufficienza cardiaca,
  • • il 13-18% dei pazienti con asma e BPCO,
  • • il 50% dei pazienti in trattamento con antidepressivi sospende il trattamento entro 3 mesi ed oltre il 70% entro 6 mesi.

Le cause della mancata aderenza terapeutica

Le cause della mancata o della scarsa aderenza ai trattamenti sono di varia natura e comprendono tra gli esempi più comuni la complessità del trattamento, l’inconsapevolezza della malattia, il follow-up inadeguato, timore di potenziali reazioni avverse, il decadimento cognitivo e la depressione, la scarsa informazione in merito alla rilevanza delle terapie, il tempo mancante all’operatore sanitario spesso oberato da pratiche burocratiche che sottraggono spazio fondamentale al confronto con il paziente. Tutti aspetti che si complicano in base all’età del paziente e alla concomitanza di poli-patologie.

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