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In aumento atti di violenza e abuso di sostanze: i dipartimenti di salute mentale vanno in tilt

Il mondo della salute mentale chiede aiuto e l’occasione è stata la due giorni della Winter School 2024 di Cernobbio organizzata da Motore Sanità. Psicologi e psichiatri hanno lanciato l’appello: “Rimettere al centro dell’agenda di governo la salute mentale è una necessità”

A seguito della pandemia i disturbi mentali sono aumentati in tutto il mondo, soprattutto come disturbi della regolazione emotivo-affettiva negli adolescenti. Da un recente studio di grande valore scientifico, si è appreso che il principale esito dell’infezione da Covid-19, il cosiddetto long Covid, è una grave depressione del tono dell’umore ad espressione prevalentemente somatica (affaticabilità, astenia, nebbia cognitiva).

Il quadro è preoccupante: cresce la richiesta inappropriata ai dipartimenti di salute mentale di gestire situazioni di violenza di genere e di aggressività e reati legati all’uso crescente di cocaina e altri stimolanti. E’ così vanno in tilt. 

Giuseppe Ducci, Direttore del dipartimento di salute mentale dell’ASL Roma 1, spiega che a fronte di questi dati, che esprimono un aumento dei bisogni, le risorse per i servizi pubblici per la salute mentale in Italia sono fortemente diminuite, mentre cresce la richiesta inappropriata ai dipartimenti di salute mentale di gestire situazioni di violenza di genere e di aggressività e reati legati all’uso crescente di cocaina e altri stimolanti. £Le grandi e recenti nuove conoscenze sui disturbi del neuro-sviluppo, sulla psico-patologia su base epigenetica e sull’epidemiologia dei disturbi mentali sono totalmente ignorate dai politici e dagli amministratori. Per tali motivi rimettere la salute mentale al centro dell’agenda di governo significa recuperare una capacità di analisi e di programmazione che è totalmente mancata”.

Secondo Fabrizio Starace, Presidente SIEP – Società italiana di epidemiologia psichiatrica, “investire in salute mentale è un’azione di governo ad alto rendimento economico e sociale.Sul piano economico – ha spiegato il presidente SIEP – perché un buon sistema di cura riduce i costi diretti e indiretti dei disturbi psichiatrici ed impedisce la “cronicizzazione della spesa” generata dall’istituzionalizzazione della sofferenza. Insomma: fare cattiva assistenza costa e non produce ritorno per la comunità. Sul piano sociale, la presenza dei servizi pubblici per la salute mentale al fianco delle persone con problemi di salute mentale rafforza il rapporto fiduciario tra cittadini e istituzioni e consolida il capitale sociale, vero motore di crescita e progresso”.

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