Pediatri italiani ed inglesi hanno pubblicato dell’indicazioni sul Covid-19 e come procedere in caso di contagio.
Bambini e neonati sono più resistenti al Covid-19? Cosa si deve fare se si ammalano? In Italia dopo l’esplosione della pandemia si sono verificati diversi casi di contagio di neonati e la Società Italiana di Neonatologia (SIN) ha pubblicato 2 documenti su come procedere (Coronavirus Disease 2019 – COVID-19).
Le esperienze sono state raccolte nei centri ospedalieri di riferimento di neonatologia più aggrediti dalla malattia (Milano, Bergamo, Brescia e Piacenza) e gli elementi che emergono sono rassicuranti: i nati da genitore positivo sono generalmente negativi alla ricerca del virus mentre comunque quelli positivi che hanno contratto la malattia nel contesto familiare hanno sintomi lievi. Si ipotizzano 3 fattori che proteggano i bimbi: una minore densità dei recettori necessari per l’aggancio del virus o una loro non ancora completa maturità; una reazione immunitaria specifica meno violenta nei bambini non in grado di scatenare le “tempeste citochiniche” gravi a livello polmonare osservate nell’adulto, una possibile protezione crociata da parte delle vaccinazioni effettuate. Quindi se un neonato o un bambino contrae l’infezione è inutile allarmarsi, poiché in genere tutto si manifesta con una lieve infezione con rinite, tosse e inappetenza suggerisce il Prof. Mosca, direttore della Scuola di Specialità in Pediatria dell’Università degli Studi di Milano. Le cure sono quelle dei normali raffreddori (pulizia nasale, idratazione del bambino, non vi sono segnalati casi di forme meritevoli di assistenza intensiva) che comunque dovranno essere gestiti sotto controllo del medico pediatra.
I pediatri inglesi hanno pubblicato un protocollo operativo di una sindrome infiammatoria che colpisce un numero molto piccolo di bambini che possono essere collegati a COVID-19. Questa include alcuni aspetti caratteristici: un bambino che presenta febbre persistente, infiammazione ed evidenza di disfunzione di uno o più organi (anche bambini che soddisfano criteri per malattia di Kawasaki, che si manifesta tra 1 ed 8 anni con una vasculite delle arterie di medio calibro e sintomi tipo congiuntivite, febbre, infiammazione delle mucose), esclusione di qualsiasi altra causa microbica con test PCR SARS-CoV-2 che può essere sia positivo che negativo. Il Prof. Linney del Royal College of Paediatrics and Child Health ha dichiarato che questo nuovo protocollo mira a descrivere una gamma di tutti i possibili sintomi e informazioni diagnostiche, affinché i pediatri possano avere delle indicazioni sul Covid-19 per prendere decisioni su come trattare un bambino potenzialmente infetto. Il protocollo può essere usato per cercare un modello di sintomi combinati su bambini critici che suggeriscono sepsi (malattia sistemica diffusa a seguito di infezione) o persistente alta temperatura unita a respirazione difficoltosa, estremità fredde e sonnolenza. Questa potrebbe essere una guida utile per il personale in prima linea.