Innovare in Sanità per migliorare la Salute agendo sulla leva della logistica, dell’automazione, della ricerca e dell’analisi dei dati. E’ questa la missione del progetto LLEAHMM (acronimo di Logistics & Lean Engineering for Advanced Healthcare Methodologies Modelling) un marchio registrato di proprietà della Fondazione Triassie della Professoressa Tina Santillo, ordinario della Federico II.
Tutti aspetti approfonditi nelle seconda edizione della conferenza internazionale dedicata alle nuove frontiere della robotica e della logistica in sanità si è svolta a Napoli, presso la Facoltà di Scienze Biotecnologiche della Federico IIa cui hanno partecipato esperti e docenti in presenza e on linea da tutto il mondo.
Longevità e Invecchiamento attivo: la ricetta di Age-IT
Il segno di un progetto giunto a piena maturazione tra nuove idee, studi scientifici, collaborazioni internazionali e partnership tra enti di ricerca e ospedali per sostenere l’evoluzione dei complessi sistemi sanitari.“Già riconosciuto come punto di riferimento internazionale per il management sanitario e il miglioramento continuo della qualità in Sanità – sottolinea Triassi – questo Ente oltre a parlare napoletano promuove un approccio che integra ricerca scientifica, innovazione organizzativa e sviluppo sostenibile dei sistemi di cura. I risultati scientifici che emergono in ambiti quali logistica, automazione, lean management e digital health, sono stati analizzati anche in contesti reali, nelle corsie di Asl e Ospedali con le esperienze dell’Ospedale Evangelico Betaniae della Asl Napoli 3 Sud (Area distrettuale, della prevenzione e ospedaliera), evidenziando l’impatto diretto sul miglioramento dell’organizzazione e dell’erogazione dei Servizi sanitari e generando benefici che vanno ben oltre l’Accademia”.
Vincenzo Bottino, direttore generale dell’Ospedale Evangelico Betania ha poi concluso I lavori con una relazione su numerosi lavori scientifici frutto di un intenso percorso di ricerca e miglioramento organizzativo basato sull’approccio Lean: “I temi spaziano dall’ottimizzazione dei percorsi per pazienti con BPCO e scompenso cardiaco, fino agli interventi di colecistectomia laparoscopica, frattura del femore, infarto miocardico acuto, malattia renale cronica e salute materno-infantile. In tutti questi casi l’adozione della metodologia Lean ha permesso di ridurre la variabilità dei processi clinici, ottimizzare i tempi di intervento e migliorare gli esiti di salute”.
I benefici per I pazienti? Sono molteplici e misurabili. Nei percorsi chirurgici, come nella colecistectomia laparoscopica e nelle fratture di femore, si è assistito a una riduzione dei tempi di attesa e a una maggiore tempestività negli interventi, elementi cruciali per ridurre complicanze e mortalità. Nel trattamento dell’infarto miocardico acuto e dello scompenso cardiaco si è poi ottenuto un abbattimento significativo della mortalità a 30 giorni, dimostrando che l’approccio Lean non è solo organizzazione, ma impatta direttamente sulla sopravvivenza dei pazienti. Anche sul fronte materno-infantile, con lo studio sull’episiotomia, l’applicazione della metodologia Lean ha permesso di monitorare e razionalizzare una pratica clinica delicata, garantendo maggiore appropriatezza. Infine, sul versante delle malattie croniche come la BPCO e l’insufficienza renale, i progetti hanno promosso percorsi più fluidi e continuità assistenziale. Tutto ciò si traduce in maggiore sicurezza per il paziente, riduzione di sprechi e sostenibilità per l’ospedale.





