Temperature record, notti tropicali e città bollino rosso: l’anticiclone africano non darà tregua. Appelli, consigli e strategie di prevenzione
Ferragosto si avvicina, e l’estate italiana sembra aver già raggiunto il suo apice infuocato. L’anticiclone africano, protagonista indiscusso di questa stagione, ha steso il suo mantello rovente su tutta la Penisola, trasformando città e periferie urbane in un forno. Le temperature superano i 40 gradi, le notti non danno tregua e il bollettino sulle ondate di calore diramato dal Ministero della Salute avverte: siamo nel pieno di una emergenza climatica.
Da Nord a Sud, gli effetti del solleone sembrano implacabili. Bologna, Bolzano, Brescia, Firenze, Frosinone, Latina e Torino sono bollino rosso per tre giorni consecutivi. A queste si aggiungono Milano, Perugia, Rieti e Roma, e poi ancora Campobasso, Genova, Venezia, Verona e Viterbo, per un totale di 16 città in allerta massima mercoledì 13 agosto. Solo Trieste si salva con un bollino arancione, mentre Napoli, Palermo e Civitavecchia restano in giallo. Sei le città con bollino verde: Pescara, Reggio Calabria, Messina, Catania, Bari e Cagliari. Ma sono eccezioni in un panorama dominato dall’afa.
“Il caldo non darà tregua nemmeno a Ferragosto – avverte Antonio Sanò, fondatore de iLMeteo.it – L’anticiclone africano continuerà a dominare, con valori oltre i 40 gradi nelle pianure interne di Lazio e Toscana. Anche la Liguria sarà colpita duramente, con punte di 38-39°C nello Spezzino, piuttosto insolite per questa area. Sulla costa ligure le temperature potrebbero non scendere sotto i 28-30°C anche in piena notte”.
In Umbria, domenica scorsa, si sono sfiorati i 40 gradi in provincia di Terni, con una massima di 39,4°C ad Attigliano. Anche la Valle d’Aosta, solitamente risparmiata, è entrata in allerta gialla per “condizioni anomale nei fondovalle”, mentre lo zero termico si attesta tra i 4.800 e i 4.500 metri. Un quadro che non lascia spazio a sottovalutazioni.
Ma cosa fare per proteggersi? Le indicazioni sono lapalissiane, e vanno seguite con attenzione, soprattutto da anziani, bambini, persone fragili e lavoratori esposti. In casa, è fondamentale mantenere gli ambienti freschi: chiudere le finestre nelle ore più calde, schermare la luce con tende e persiane, attivare ventilatori o condizionatori con moderazione. Bere molta acqua, evitare alcolici e bevande zuccherate, consumare pasti leggeri ricchi di frutta e verdura.
All’aperto, evitare l’esposizione diretta al sole tra le 11 e le 18, indossare abiti leggeri e traspiranti, proteggere la testa con cappelli e gli occhi con occhiali da sole. È consigliabile limitare l’attività fisica intensa nelle ore più calde e prestare attenzione ai segnali di disidratazione o colpo di calore: mal di testa, nausea, vertigini, pelle secca e calda, confusione mentale. Occorre scongiurare un collasso da colpo di sole, ai primi sintomi sospetti consultare il medico.
Le Aziende sanitarie, nel frattempo, hanno attivato piani di prevenzione e assistenza di prossimità. “Non si tratta più di risposte episodiche – ha spiegato Giovanni Migliore, presidente Fiaso – ma di un modello strutturato, messo in campo dal Servizio sanitario nazionale in modo capillare e coordinato, in cui le Aziende sanitarie rappresentano il cuore operativo nei territori, in sinergia con i medici di famiglia, i servizi sociosanitari, il Terzo settore e le amministrazioni locali”. Le ondate di calore, sottolinea Migliore, “non sono più eventi eccezionali e quindi le affrontiamo con un modello di prevenzione attiva, integrato nei Piani regionali”.
Il messaggio è disarmante: il caldo estremo non è più un’anomalia, ma una realtà con cui dovremo convivere. E la risposta deve essere scientifica, organizzata e condivisa. La prevenzione non si improvvisa, e ogni cittadino può fare la sua parte seguendo le indicazioni degli esperti.
In attesa di un sollievo che, secondo le previsioni, potrebbe arrivare solo con qualche temporale nelle zone montuose, l’Italia si prepara a vivere un Ferragosto rovente. Ma con consapevolezza, attenzione e senso di responsabilità, è possibile affrontare anche il solleone africano senza mettere a repentaglio la nostra salute.





