Venerdì 20 febbraio 2021 – L’arte risveglia l’anima.
L’Associazione culturale “L’immaginario” ha recentemente realizzato un video-documentario per illustrare lo svolgersi della rassegna espositiva “L’arte risveglia l’anima” realizzata in collaborazione con la Onlus Autismo Firenze e con il Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo.
A distanza di mesi dall’evento, l’esposizione si è tramutata in un video che tutti possono trovare sul web.
Il documentario ripercorre le tappe principali di una mostra, realizzata con il contributo del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha portato alla ribalta i lavori di 24 giovani artisti italiani con l’obiettivo di mettere in risalto il talento artistico delle persone con disturbi dello spettro autistico e di innescare un cambiamento culturale profondo, che porti ad apprezzare le diversità.
Inaugurata a Firenze e a San Pietroburgo, “L’arte risveglia l’anima” ha fatto tappa a Mosca, Milano, Roma, Pistoia, Brescia, Ancona, Torino e Pisa e via di questo passo.
Il progetto internazionale, coordinato da Anna Kozarzewska e curato da Cristina Bucci, nasceva da un’idea del Direttore dell’Ermitage Prof. Mikhail Piotrovski.
Disegni, pitture e ceramiche hanno messo in luce talenti e creatività.
La comunicazione, per le persone con disturbi dello spettro autistico avviene in maniera spontanea attraverso il canale visivo rispetto a quello verbale e linguistico, ed è per questo che le arti figurative rappresentano un luogo di incontro e di espressione per eccellenza.
I disturbi dello spettro autistico interessano circa l’1% della popolazione e incidono nell’interazione sociale, nella comunicazione interpersonale e nel comportamento, con una notevole variabilità di sfumature di disabilità linguistica o intellettiva attraverso le quali il disturbo può esprimersi.
È importante ricordare che non si tratta di una malattia dalla quale si guarisce, ma che è una modalità di approccio della persona, che ci si porta avanti per tutta la vita, anche da adulti.
Occorre tuttavia adoperarsi per consentire alle persone autistiche, per quanto possibile, una interazione sociale al fine di prevenire fenomeni di emarginazione o trascuratezza, specie quando, nella vita adulta, viene meno la cerchia familiare rappresentata dai genitori e dagli stretti congiunti.
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