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L’ischemia miocardica: prima causa di morte

L’ischemia miocardica rappresenta ancora oggi la prima causa di morte e morbilità nei paesi industrializzati. Ovviamente a causa di questo dato impressionante risulta basilare investire ancora di più nella prevenzione e nella diagnosi precoce.

Non possiamo non dire che i dati sulla mortalità negli ultimi anni sono notevolmente migliorati, ma questo non può e non deve bastare. Corretti stili di vita, visite di controllo frequenti sono un ottimo punto di partenza. Numerosi studi hanno confermato l’importanza del ruolo della prevenzione primaria nel migliorare l’outcome delle patologie cardiache.

Ischemia miocardica: il ruolo della Troponina cardiaca nella prevenzione

Ad esempio i biomarcatori possono fare la differenza in una diagnosi precoce per prevenire l’ischemia miocardica. Ad oggi più di cento biomarkers sono stati studiati per verificarne l’utilità nella diagnosi, nella prognosi e nella stratificazione del rischio nei soggetti con o senza segni e sintomi di patologia cardiovascolare In tutto questo la Troponina cardiaca riveste un ruolo molto importante. Il suo utilizzo permette una diagnosi più precisa di patologia miocardica acuta. Inoltre il suo utilizzo permette di individuare e stratificare i soggetti che potrebbero sviluppare ischemia cardiaca dallo stadio asintomatico. È chiaro che intercettare un paziente che non ha sintomi può fare la differenza tra la vita e la morte. Esistono naturalmente dei soggetti che sono più a rischio di altri e sui quali quindi occorrerebbe fare delle analisi preventive mirate.

Basti pensare a coloro che hanno delle patologie croniche come diabete, ipertensione, obesità, cancro o che abbiano avuto il Covid-19 e ne siano usciti guariti. Gli studi dell’ultimo anno hanno purtroppo dimostrato che in molti casi il Covid-19 può portare nei mesi successivi a delle complicanze nefauste, sulle quali sarebbe bene intervenire in tempo dove ci fosse la possibilità.

La Troponina cardiaca è normalmente presente nel sangue in quantità molto piccole. Quando si verifica un danno alle cellule del muscolo cardiaco, queste proteine vengono rilasciate nel circolo ematico. Maggiore è il danno, più alta è la loro concentrazione nel sangue. L’utilizzo della Troponina cardiaca come biomarcatore di lesione miocardica si è affermato negli anni come ausilio nella diagnosi di infarto e delle sindromi cliniche da ischemia e/o stress del muscolo cardiaco in ambito ospedaliero, soprattutto in pazienti afferenti al pronto soccorso o comunque in situazioni cliniche acute e critiche. Il progresso tecnologico ha portato alla possibilità di determinare minime quantità di Troponina circolanti anche in soggetti apparentemente sani e senza sintomi o segni clinici di sofferenza cardiaca. Pertanto, il campo di applicazione della Troponina sta gradualmente spostandosi verso la popolazione extra-ospedaliera, ad uso della medicina di base e della prevenzione delle malattie cardiache e cardiovascolari in generale. La possibilità di rilevare lievi aumenti della Troponina consente, infatti, di poter stratificare i soggetti apparentemente sani o con uno o più fattori di rischio sulla base della probabilità di sviluppare in futuro eventi cardiovascolari.

Abbiamo trattato l’argomento della troponina cardiaca nell’ultima puntata di “Dentro la salute”, clicca qui per guardarla.

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