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Malattie reumatologiche e vaccino anti Covid-19

La campagna vaccinale contro il Covid-19, partita con difficoltà, è caratterizzata da poca chiarezza e ancora molti dubbi. Purtroppo molto spesso le informazioni fornite a riguardo sono contradditorie. È importante che i pazienti con malattie reumatologiche croniche facciano il vaccino. I fattori che portano al rischio di contrarre una forma più grave di malattia sono gli stessi della popolazione generale, e quindi: comorbilità, ipertensione e diabete non controllato, obesità ed età.

QUANDO FARE IL VACCINO

Avendo iniziato a vaccinare da poco tempo, le informazioni basate sull’evidenza scientifica sono ancora molto ridotte. Quello che è certo è che i farmaci per controllare le malattie reumatologiche non vanno sospesi prima e dopo il vaccino. Due sole sono le eccezioni, e riguardano un farmaco a somministrazione ospedaliera ed il più utilizzato dai pazienti con patologie reumatiche.

Il consiglio è di sospendere questi farmaci per due settimane dopo la somministrazione del vaccino onde evitare che possano ridurne l’efficacia. Questa indicazione non è basata su evidenze scientifiche ma su poche esperienze precedenti e ha lo scopo di massimalizzare l’efficacia del vaccino.

SICUREZZA DEL VACCINO

Rassicuriamo i pazienti affetti da malattie reumatologiche sulla bontà del vaccino e sulla sua sicurezza nel caso in cui non interrompano la terapia. Il consiglio di sospensione dei farmaci è valido per i pazienti che hanno una malattia ben controllata e non particolarmente attiva e grave. Nei casi di malattia attiva e grave il consiglio è quello di rivolgersi al proprio reumatologo.

EFFETTI COLLATERALI

Dai dati a disposizione non sono descritti effetti collaterali maggiori nei pazienti reumatologici rispetto alla popolazione di controllo. Le indicazioni sull’eventuale sospensione temporanea dei farmaci sono il risultato di una decisione presa sulla base di uno studio pubblicato pochi giorni fa dal Regno Unito.

Clicca qui per leggere: “Patologie reumatiche in Lombardia ed i percorsi di cura”.

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