L’inizio della pubertà coincide con una serie di trasformazioni che anticipano il momento della prima mestruazione. È questo il momento giusto per iniziarne a parlare in famiglia.
La prima mestruazione è un dato fisiologico, un qualcosa che capita, chi prima chi dopo, a tutte le ragazze. «A volte, chi si sviluppa un po’ più tardi», spiega la dottoressa Roberta Rossi, psicoterapeuta, «raccoglie informazioni dall’amica che ci è già passata, più raramente accade che i genitori, a un certo punto dello sviluppo della bambina, decidano di comunicare con lei su questo tema». Quale può essere il momento giusto?
«Intanto le bambine a questa età sono ancora seguite dal pediatra», risponde l’esperta. «L’inizio della pubertà coincide con una serie di trasformazioni che anticipano il momento della prima mestruazione. Inizia a crescere il seno, a spuntare la prima peluria pubica, a quel punto orientativamente dopo un anno, un anno e mezzo (in alcuni casi anche di più), la bambina avrà le sue prime mestruazioni. È questo il momento giusto per iniziarne a parlare in famiglia, anche se nostra figlia ci sembra ancora piccola, tanto sarà lei stessa ad accorgersi che il suo corpo sta cambiando. Si spiega in che cosa consiste questo passaggio naturale da bambina a donna e un aiuto può venire dal libro “Manuale delle ragazze meravigliose” edito da Intimina. Si prepara la strada a qualcosa di fisiologico, in modo che le ragazze non rimangano impreparate di fronte a quello che le aspetta e che le accadrà. Solitamente questo discorso viene delegato alla madre, perché è colei che ha più confidenza con la bambina, che conosce in primis l’esperienza delle mestruazioni e riesce a parlarne meglio, eccetera. Oggi ci troviamo di fronte a situazioni familiari dove non sempre c’è la madre a portata di mano e quindi ci può essere anche un papà che, da solo, ha necessità di affrontare questa situazione. Per quanto mi riguarda sollecito sempre molto anche i padri ad affrontare questo tema, anche perché tutti gli uomini sono figli di madri e fratelli di sorelle, e probabilmente avranno visto un assorbente in bagno o cose di questo genere. Poterne parlare in modo naturale con le proprie figlie è importante. Pensiamo a questo proposito anche a situazioni di famiglie separate, dove magari alla bambina arrivano le mestruazioni proprio quando è a casa del padre. È meglio non trovarsi in situazioni di imbarazzo, per questo suggerisco ai padri: “preparatevi” e siate pronti a un’evenienza di questo genere, magari procurandovi un pacchettino di assorbenti per quando vostra figlia ne necessiterà. Anche perché le mestruazioni non avvisano quando arrivano. Per i padri non separati che oggi sono sempre più coinvolti nella vita e nell’educazione delle proprie figlie, anche in questo caso, auspico che questo discorso diventi il più possibile naturale».
Esiste ancora un certo tabù in questo senso? «Ci sono persone che vivono e provengono da culture dove il tema delle mestruazioni è ammantato da tabù», chiarisce la dottoressa Rossi. «Ancora oggi a ragazze vissute nella profonda provincia italiana, nord e sud non fanno differenza, viene detto che non devono lavarsi i capelli né fare attività fisica in quei giorni, oppure che se toccano i fiori quando hanno il ciclo questi appassiscono. L’idea di associare la mestruazione con la spossatezza e la malattia persiste e queste false credenze lo dimostrano. Poi se il ciclo è doloroso si dovrà prendere in considerazione e cercare di risolvere con il ginecologo, ma a parte questo ci sono ancora delle realtà in cui le mestruazioni vengono associate allo sporco e alla vergogna e non a qualcosa di fisiologico». Robe da medioevo che vanno contrastate con la corretta conoscenza e il giusto dialogo.
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