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Obesità e cancro, un problema troppo spesso sottovalutato.

L’obesità è una malattia grave che si associa al cancro. Curare e curarsi è un dovere e un diritto garantito dal Servizio Sanitario Nazionale

Su 10 persone 1 è obesa e 3 sono in sovrappeso. È la situazione fotografata  oggi in Italia, a cui si aggiunge un altro dato allarmante e cioè che il 35-40% degli adolescenti è obeso. Di questo ritmo, nel 2030 il 30-40% della popolazione sarà obesa.

Marco Antonio ZappaPresidente Sicob

«Questo significa che, finora, l’obesità è stata vista come una malattia estetica», denuncia Marco Antonio Zappa, presidente Sicob (Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche). «La realtà è un po’ diversa: la grande obesità è una grave malattia che si associa con una serie di comorbidità incredibili, che sono il diabete, la cardiopatia, l’insufficienza respiratoria, l’ipertensione, e così via.

Tra queste il cancro. Altra cosa da ricordare è che gli interventi chirurgici per la grande obesità oggi hanno raggiunto un grado di perfezione e di rischio sovrapponibili a quello della colecistectomia.

In Italia facciamo circa il 99,5% di interventi di obesità in laparoscopia, con una possibilità di scelta tra diversi interventi che pochissimi hanno. Altra considerazione da fare è che la Sicob è garante di qualità: ci sono Centri accreditati che vengono valutati dalla Sicob.

Questa chirurgia, mi preme sottolineare, non è solo un atto chirurgico, ma un percorso terapeutico, in quanto i Centri Sicob offrono a tutti i pazienti un percorso fatto dal psicologo del comportamento alimentare, dal team multidisciplinare composto anche dal nutrizionista, dal gastorenterologo, dall’anestetista e dal chirurgo. In questo modo la persona viene presa in carico in toto. Il follow up post operatorio è molto assiduo, attraverso lo psicologo e il nutrizionista e questa è la garanzia per avere i migliori risultati possibili». 

Alta probabilità di sviluppare un tumore

Oggi la chirurgia bariatrica è l’unica arma per quei pazienti con un BMI (rapporto peso/altezza) superiore a 35 con comorbidità, oppure superiore a 30 con una storia di diabete mellito che non risponde alla terapia medica da qualche anno. «Stiamo parlando di soggetti grandi obesi», puntualizza il dottor Zappa. «Altra cosa fondamentale su cui nessuno riflette è il costo sanitario del paziente obeso, diretto e indiretto. Ad esempio la pensione di invalidità, i giorni di assenteismo. Abbiamo un’arma per rimediare in parte a questo problema e non lo utilizziamo. Credo vada sottolineato poi il Paf, ovvero l’impatto delle neoplasie correlate all’obesità, espresso come frazione attribuibile per la popolazione.

Significa che, se non ci fosse l’obesità, avremmo il 34% del tumore dell’endometrio in meno, che è una cosa sconvolgente. I pazienti sottoposti alla chirurgia bariatrica hanno un rischio 5 volte ridotto di sviluppare tumori ormono-dipendenti. Faccio un esempio: una donna obesa, prima della menopausa, ha un rischio nettamente superiore rispetto a una donna normopeso di sviluppare il tumore della mammella, dell’endometrio e della tiroide.

Ebbene, noi con la chirurgia bariatrica riduciamo questo rischio di 5 volte. E poi attenzione, non pensiamo che l’obesità riguardi sono una nicchia di persone. Faccio riflettere su un dato: nel 2016 2miliardi di persone erano in sovrappeso e 650milioni erano obese. I numeri italiani sono sovrapponibili a quelli mondiali, ciò significa che chi è in sovrappeso invecchiando tende a diventare obeso.

Altra cosa: noi gli obesi non li vediamo perché si nascondono, non riescono ad andare in giro e presto arriveremo a una situazione simile a quella che c’è negli Stati Uniti. Solo in Campania, ad oggi, 1 bambino su 2 fino ai 16 anni d’età è obeso e tutto questo è  drammatico».

Sfatiamo un falso mito

Solo 1 persona obesa su un milione è affetta da disturbi endocrini. Tutti gli altri sono malati che hanno problemi psicologici nel comportamento alimentare. «Per questo ribadisco sul fatto che non è sufficiente operarli. È importante seguirli in tutto il loro percorso. La risposta, torno a ripetere, è rivolgersi ai Centri di riferimento della Sicob che garantiscono la qualità del servizio. Servizio che, è sempre bene ricordarlo, è convenzionato con il nostro Servizio Sanitario Nazionale», conclude il dottor Marco Antonio Zappa.

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