Un impegno collettivo per la prevenzione del suicidio.
Ogni anno, nel mondo, si registrano oltre 700.000 morti per suicidio. In Italia, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 4.000 persone si tolgono la vita, con un numero ancora più elevato di tentativi. Un fenomeno che colpisce tutte le fasce d’età, ma che mostra picchi preoccupanti tra i giovani (15-34 anni) e tra gli anziani. Dietro le statistiche ci sono storie, persone e famiglie: la prevenzione del suicidio passa innanzitutto dall’ascolto.
La Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio
Il 10 settembre si celebra in tutto il mondo la Giornata per la Prevenzione del Suicidio, promossa dall’OMS e dall’International Association for Suicide Prevention. Per il triennio 2024-2026 il tema scelto è “Cambiare la narrazione sul suicidio”, con l’obiettivo di abbattere stigma e silenzi, creando un contesto accogliente e sicuro per chi vive situazioni di rischio.
“Parlami di te”: un podcast che dà voce ai survivor
In questo contesto nasce “Parlami di te”, un podcast prodotto da Éthos Srl con il contributo non condizionante di Angelini Pharma. È uno spazio dedicato ai survivor, le persone che hanno perso qualcuno a causa del suicidio. Attraverso testimonianze autentiche, il podcast porta alla luce storie di dolore, resilienza e rinascita, offrendo uno strumento di condivisione e di sensibilizzazione.
L’obiettivo è duplice: sostenere chi ha vissuto la perdita e, al tempo stesso, promuovere maggiore consapevolezza nell’opinione pubblica, aiutando a riconoscere i segnali di allarme e a intervenire tempestivamente.
Parlare può salvare una vita
“La prevenzione del suicidio riguarda tutti noi – spiega Maurizio Pompili, Professore ordinario di Psichiatria e direttore dell’UOC Psichiatria dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea di Roma –. Lo stigma è una delle principali barriere che impediscono alle persone di chiedere aiuto. Per prevenire un gesto estremo servono consapevolezza, formazione e la creazione di un ambiente in cui il disagio possa emergere senza paura”.
Chi soffre invia spesso segnali, a volte difficili da decifrare: cambiamenti improvvisi d’umore, insonnia persistente, isolamento sociale, abuso di alcol o sostanze. Riconoscerli è il primo passo per tendere la mano a chi è in difficoltà.
Il ruolo delle famiglie e della comunità
Il podcast e la Giornata Mondiale ricordano che la prevenzione del suicidio non è solo responsabilità dei professionisti sanitari, ma un impegno collettivo. Famiglie, scuole, reti territoriali possono essere presidi fondamentali per intercettare situazioni di rischio e accompagnare le persone verso un percorso di cura.
Come sottolinea Michela Procaccini, direttore medico Italia di Angelini Pharma: “‘Parlami di te’ vuole ampliare il dialogo sulla prevenzione del suicidio e porre l’attenzione sui segnali di allarme spesso trascurati. Il podcast si rivolge sia a chi soffre di disturbi psichiatrici, sia ai loro familiari, che hanno un ruolo cruciale nel fornire supporto”.
Un appuntamento con la ricerca: il Convegno Internazionale
La riflessione prosegue con il 23° Convegno Internazionale di Suicidologia e Salute Pubblica, che si terrà il 23 e 24 settembre 2025 presso Sapienza Università di Roma, presieduto dal Prof. Maurizio Pompili. Sarà un’occasione per condividere conoscenze, strategie e strumenti tra esperti e ricercatori di tutto il mondo.
Il peso dei disturbi psichiatrici
Il suicidio è strettamente legato al tema delle malattie del cervello e dei disturbi mentali. In Italia, una persona su sei convive con un disturbo mentale, con ansia e depressione tra le condizioni più diffuse. Dal 2019 al 2021 i casi sono aumentati in modo significativo, complice anche la pandemia.
I giovani rappresentano una fascia particolarmente vulnerabile: secondo l’OMS, il suicidio è tra le prime cause di morte tra i 15 e i 34 anni. In Italia si stima un aumento del 75% dei casi in questa fascia negli ultimi due anni.
Prevenzione del suicidio: un impegno collettivo
La prevenzione del suicidio è una priorità che riguarda l’intera società. Non è solo una questione sanitaria, ma anche sociale e culturale. Serve un’azione congiunta: istituzioni, scuole, servizi sanitari e famiglie devono collaborare per riconoscere i segnali, abbattere lo stigma e garantire ascolto a chi manda richieste di aiuto, anche silenziose.
Parlare può salvare una vita. Il podcast “Parlami di te” nasce proprio con questo intento: dare voce al dolore, trasformarlo in consapevolezza e ricordare che non si è mai soli quando si sceglie di chiedere aiuto.





