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Rumore: malamovida e over tourism mine per la salute

Le misure di mitigazione
che spettano alle amministrazioni

Mentre a Napoli per la movida rumorosa il Tar ha dato ragione ai residenti e il Comune entro fine ottobre è obbligato a intervenire pena la nomina di un commissario ad acta, a Terni dopo lo stop dell’amministrazione comunale alla musica per strada per inquinamento acustico i giudici amministrativi di prime cure annullano l’ordinanza del sindaco opponendo un errato metodo di misurazione adottato dai tecnici Arpa.
A darci lumi su una materia articolata e complessa è Antonio Menzione, tecnico della prevenzione iscritto all’Ordine delle professioni sanitarie di Napoli, Avellino, Benevento e Caserta, esperto della materia e spesso impegnato professionalmente nelle misurazioni e indicazione delle prescrizioni necessarie per mitigare l’eccesso di rumore. Menzione è Intervenuto in un convegno nazionale che si è svolto nei giorni scorsi presso la sala Don Beppe Diana del Consiglio regionale della Campania organizzato da Ciac, Arpac, Ordini regionali dei Chimici, dei Periti industriali e delle Professioni sanitarie, dalla Fondazione Valetudo e da Legambiente e con il Patrocinio di Consiglio regionale e Arpa Puglia ha chiarito come la “Malamovida” e l’over tourism devono essere ben gestiti ai fini della tutela della Salute pubblica suggerendo un approccio integrato per la gestione sostenibile degli impatti acustici nei centri storici urbani, bilanciando le esigenze economiche e del turismo con la qualità della vita dei residenti.
“La malamovida – ha spiegato – rappresenta la degenerazione della vita notturna urbana, caratterizzata da comportamenti irrispettosi e disturbi significativi alla quiete pubblica. Questo fenomeno si manifesta attraverso assembramenti di giovani in spazi pubblici, consumo eccessivo di alcol, schiamazzi e disturbi sonori prolungati. Le caratteristiche principali includono la concentrazione di attività ricreative notturne in aree urbane dense, l’inadeguatezza delle infrastrutture per gestire i flussi di persone e la mancanza di regolamentazione efficace degli orari e delle modalità di fruizione degli spazi pubblici”.
Concentrazione temporale (picchi di attività nelle ore serali e notturne, principalmente nei weekend), densità spaziale (aggregazione in specifiche zone urbane, spesso centri storici), impatto sociale (conflitti tra diverse categorie di utenti dello spazio urbano) i principali elementi critici e nodi irrisolti. A ciò si aggiunge l’impatto acustico dell’Overtourism soprattutto sui centri storici che amplifica significativamente gli impatti acustici nei centri storici, creando un circolo vizioso di degrado urbano. La concentrazione eccessiva di visitatori genera livelli sonori che superano sistematicamente i limiti normativi, compromettendo la vivibilità residenziale. Flussi turistici massivi con incremento del 300% dei visitatori notturni nei centri storici negli ultimi anni, vulnerabilità architettonica di strutture storiche con scarso isolamento acustico amplificano la propagazione del rumore, effetto canyon urbano per alcune realtà come Napoli caratterizzate da strade strette e vicoli sono la causa di impatti diretti impatti diretti come il , presidente dell’superamento dei limiti di decibell notturni, disturbo del sonno per il 78% dei residenti di realtà a forte presenza turistica, incremento delle emissioni acustiche del 40-60%. Tutti elementi che comportano effetti a cascata come la migrazione residenziale dai centri storici, la pe: l da rumore, gli aspetti psico acustici e sanitari rappresentano la risposta soggettiva al disturbo sonoro, influenzata da fattori acustici, psicologici e contestuali. ”La ricerca scientifica dimostra correlazioni significative tra esposizione al rumore notturno e impatti sulla salute fisica e mentale – sottolinea Franco Ascolese presidente dell’Ordine delle professioni sanitarie di Napoli, Avellino, Benevento e Caserta nonché sociologo – e come ci dice la letteratura abbiamo effetti neurologici alterazione dei ritmi circadiani e riduzione della qualità del sonno Rem), deficit cognitivi con riduzione della capacità di concentrazione e della memoria, impatti cardiovascolari (incremento della pressione arteriosa e del rischio di patologie cardiache), stress psicologico con aumento dei livelli di cortisolo e sviluppo di disturbi dell’umore. Ma qual è la normativa italiana ed europea sul controllo del rumore notturno? Il quadro normativo europeo e italiano fornisce gli strumenti legali per la gestione del rumore ambientale, ma presenta criticità applicative significative, specialmente nei contesti di elevata densità turistica e nelle aree storiche.
Il quadro legislativo è articolato e va dalla direttiva 2002/49/CE 1 Determinazione e gestione del rumore ambientale, mappatura acustica strategica, il D.Lgs. 194/2005 e dunque il recepimento della direttiva europea – Competenze delle autorità locali, la Legge 447/1995 quadro sull’inquinamento acustico – che traccia i principi fondamentali, Il Dpcm 14/11/1997, attuazione L 447/95 e limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti.
I limiti di rumore nelle zone residenziali diurni e notturni sono rispettivamente di: 50-60 dB e 40-50 dB, che diventano 55.-65 e 45-55 nelle zone miste mentre nelle zone industriali sono di 70 decibell sia di notte che i giorno. Fondamentale in questo ambito procedere ad una corretta mappatura acustica delle città e all’identificazione delle zone critiche.
La mappatura acustica strategica rappresenta lo strumento fondamentale per l’identificazione delle zone critiche e la pianificazione degli interventi di mitig azione. L’analisi spazio-temporale dei livelli sonori consente di individuare pattern ricorrenti e hotspot di disturbo.
Utili anche i rilievi fonometrici e le campagne di misura su griglia sistematica con durata minima di 7 giorni, la modellizzazione acustica con l’utilizzo di software specialistici per la previsione della propagazione sonora, l’analisi dei dati di correlazione tra livelli sonori, densità di popolazione e attività commerciali, la zonizzazione critica (identificazione delle aree prioritarie per interventi di risanamento). Spetta alle Amministrazioni mettere in atto le strategie di mitigazione richiedono un approccio multilivello che integri interventi strutturali, gestionali e comportamentali. L’efficacia degli interventi dipende dalla loro capacità di agire simultaneamente su sorgenti sonore, percorsi di propagazione e ricettori.
Si parla di Interventi strutturali

  • Installazione di barriere acustiche
  • Pavimentazioni fonoassorbenti
  • Riqualificazione degli spazi pubblici
  • Isolamento acustico degli edifici
    di misure gestionali
  • Regolamentazione degli orari
  • Controllo dei flussi pedonali
  • Diversificazione delle attività ricreative
  • Sistemi di monitoraggio in tempo reale

di azioni comportamentali

  • Campagne di sensibilizzazione
  • Educazione alla cittadinanza
  • Incentivi per comportamenti virtuosi
  • Coinvolgimento degli stakeholder
    Va pii ribadita l’efficacia delle barriere con la riduzione media dei livelli sonori con interventi strutturali mirati mentre il costo per riqualificazione acustica nei centri storici e aree di aggregazione sono da considerare un investimento. Le amministrazioni locali svolgono un ruolo cruciale nella mediazione tra le esigenze economiche del settore turistico-ricreativo e il diritto alla quiete dei residenti. La loro efficacia dipende dalla capacità di implementare politiche integrate e sostenibili .
    A Napoli il Comune entro la fine di ottobre dovrà trovare una soluzione, altrimenti il Tar potrebbe optare per la nomina “di un commissario ad acta che provveda in via sostitutiva in caso di perdurante contegno inerte adottando un’ordinanza contingibile e urgente che temporaneamente risolva gli inconvenienti e, di seguito, tutti i provvedimenti strutturali necessari affinché non si verifichino più immissioni acustiche che superino la normale tollerabilità ed i valori assoluti di cui al Piano di Zonizzazione Acustica, oltre ad ogni altro ed ulteriore provvedimento a tutela della salute e della salubrità dell’ambiente in Via della Quercia e Via Cisterna dell’Olio, anche con limitazione, in via di urgenza, delle licenze di commercio”.

Di fatto, dunque, sono a rischio anche le stesse licenze dei locali che lavorano in zona: toccherà al Comune di Napoli dunque sbrogliare la matassa, che si preannuncia incandescente: saranno decisivi dunque i prossimi trenta giorni, altrimenti entrerà in gioco un commissario ad acta che provvederà al posto di Palazzo San Giacomo. Spetterà poi a un Piano d’azione integrato tracciare la sintesi operativa delle strategie di gestione del rischio acustico, articolato in fasi sequenziali e interconnesse che garantiscono un approccio sistemico e sostenibile alla problematica della malamovida.

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