Salute mentale, dopo il giubileo dedicato anche a questo tema che si è svolto a Roma nei giorni scorsi, il ministro della Salute Orazio Schillaci annuncia che il nuovo Piano nazionale è pronto e sarà pubblicato entro il prossimo mese. Un’accelerazione accolta con favore dagli psichiatri meno dagli psicologici che lamentano di non essere stati sufficientemente coinvolti anche se è previsto, nel nuovo Piano nazionale, un proficuo allargamento della psicologia di base su scala nazionale partendo dalle positive esperienze di alcune regioni pilota che hanno già legiferato in merito a livello locale (come la Campania). Nel Piano è previsto infatti l’inserimento di psicologi nei consultori e nelle Asl per affrontare disagio emotivo, stress, depressione, disturbi del comportamento alimentare e burnout ovvero stress lavoro correlato.
L’obiettivo è istituzionalizzare un servizio di sostegno psicologico di base nei distretti delle aziende sanitarie allargando il raggio probabilmente anche alle scuole dell’obbligo come appunto è stato pionieristicamente svolto in Campania, in Veneto e in poche altre realtà che sui territori hanno funzionato da progetti pilota. Quel che è certo è che la bussola del nuovo piano nazionale della Salute mentale 2025-2030 sarà la prevenzione, soprattutto tra i più giovani. Il Ministro ha confermato che la Salute mentale è una priorità del ministero: “La salute mentale è una priorità per me e per il Governo – ha dichiarato durante il Giubileo della Salute Mentale promosso da Motore Sanità – abbiamo lavorato con un tavolo coordinato dal professor Alberto Siracusano e siamo pronti a far uscire un piano che mancava da oltre dieci anni”.
L’iniziativa si inserisce in un quadro di crescente attenzione verso la salute mentale, soprattutto tra i più giovani. “In Italia, una persona su sei soffre di disturbi mentali, un fenomeno in aumento a causa di pandemia, crisi economica, guerre e disuguaglianze sociali”, ha sottolineato il ministro. Particolare preoccupazione destano i dati sull’incremento di disturbi come depressione, disturbi alimentari, abuso di sostanze e comportamenti autolesivi tra i giovani. “Il 75% dei disturbi mentali si sviluppa prima dei 25 anni, ed è quindi cruciale puntare su prevenzione e diagnosi precoce”, ha aggiunto. Per affrontare la questione, il ministero ha stanziato 10 milioni di euro per il 2025 e 18,5 milioni dal 2026 per potenziare il supporto psicologico nelle scuole. Sono previsti inoltre fondi per il trattamento delle dipendenze patologiche e per campagne di sensibilizzazione sui disturbi alimentari. “La salute mentale non ha solo un impatto individuale, ma anche sociale ed economico. Dobbiamo combattere lo stigma e garantire un accesso più equo alle cure”, ha concluso Schillaci.
L’obiettivo è soprattutto fronteggiare l’emergenza minori, il dilagare della violenza tra i giovanissimi, i disagi dei ragazzi che sfociano in comportamenti pericolosi per se stessi e per gli altri, i disturbi del comportamento alimentare, la depressione, i disturbi della personalità nel post Covid, l’uso e abuso di sostanze, il relegare le relazioni ai social network. Prioritaria l’assistenza alle famiglie avendo ben presente che il nucleo parentale e la scuola sono i principali pilastri di sostegno della crescita dei minori e hanno un ruolo centrale nella prevenzione in una società “liquida” in cui c’è sempre meno spazio per la fragilità e il fallimento è vissuto come una colpa mentre anche le esperienze negative rappresentano aspetti fondamentali per la maturazione dell’individuo. “I giovani non trovano altra modalità per confrontarsi con questi limite se non sfidandolo e negandolo – avverte Armando Cozzuto, presidente dell’Ordine degli Psicologi della Campania – mettendo in atto comportamenti pericolosi o violenti. Bisogna mettersi in ascolto dei figli, vincendo le difficoltà di comunicazione, andando oltre le domande formali su scuola, compagnia, cerchia di amici, puntando soprattutto a comprendere in profondità lo stato emotivo dei ragazzi”.
“Il rischio è soprattutto l’emulazione di comportamenti regressivi e pericolosi per vanità e narcisismo – aggiunge Paolo Cantalupo, psichiatra – i social possono però anche alleviare isolamento dei giovani nel condividere pensieri ed emozioni ma devono integrare, non sostituire, la vita reale e sociale. Il Covid ha inciso nello sbilanciare questo equilibrio invece necessario. Ai giovani servono anche esempi positivi in famiglia, tra i pari e nella scuola. Bisogna anche cogliere nei comportamenti, oltre che nelle parole, i sintomi del disagio”. Intanto l’esperienza scaturita dall’attuazione della legge regionale della Campania sulla psicologia di base nelle Asl sta dando risultati più che lunsinghieri: in un anno sono stati effettuati oltre 13 mila colloqui e presi in carico quasi 14 mila pazienti di tutte le fasce di età. Dai dati epidemiologici trasmessi anche al ministero della Salute tramite la piattaforma Sinfonica e da questa al sistema Sogei, il disagio più diffuso è la sintomatologia ansioso-depressiva, a seguire i problemi legati all’adattamento (lutti, perdita del lavoro, separazioni, malattie croniche), poi i problemi legati alle fasi del ciclo di vita, i disagi emotivi transitori ed eventi stressanti, la diagnosi infausta e le malattie croniche o le recidive sono molto presenti, infine le malattie psicosomatiche ma anche la richiesta impropria di prestazioni sanitarie. Sul fronte del progetto regionale per portare lo psicologo nella scuole al lavoro c’è una cabina di regia con la Regione, l’Ufficio scolastico regionale e l’Ordine. Il progetto è nella fase attuativa. La Regione ha bandito una manifestazione d’interesse e chiesto alle scuole di aderire. Hanno risposto oltre 450 istituti. Parliamo di una prima fase sperimentale. Ora si procederà rapidamente alla messa a terra del progetto. Gli psicologi saranno presenti durante gli orari di lezione e potranno assistere i ragazzi, gli insegnanti e le famiglie, intercettando sul nascere il disagio e contrastando i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo. “Auspichiamo in merito una legge nazionale – conclude Cozzuto – o un capitolo del nuovo Piano nazionale sulla Salute mentale. Il servizio potrà funzionare anche per le aziende. Il modello anglosassone è quello da seguire e all’Ordine abbiamo su questo un gruppo di lavoro. Auspichiamo norme nazionali e regionali anche sui disturbi del comportamento alimentare. La Campania ora ha una legge regionale che va alla radice dei problemi. Il cibo è l’espressione di una radice psicologica talvolta molto complessa e da trattare su più piani. Queste situazioni hanno un forte impatto sulla vita delle famiglie. Registriamo ogni anno in Campania 600 nuovi casi il 10% di quelli nazionali. L’età si riduce sempre più, di queste malattie si rischia di morire e l’obiettivo è diffondere buone pratiche in collaborazione con i servizi sociali puntando sulla diagnosi precoce”. La novità è il “percorso lilla” istituito nei pronto soccorso che dà speranze a tante famiglie.
Ma torniamo a guardare allo scenario nazionale: tra le novità c’è da segnalare a livello nazionale il rifinanziamento del bonus psicologo: dal 15 aprile sono in fase di scorrimento le graduatorie e sarà l’Inps a chiamare direttamente i beneficiari dal prossimo maggio con una notifica ufficiale. Nel piatto il Ministero della Salute ha messo per questa misura 5 milioni di euro per i nuovi assegnatari Ai 5 milioni di euro si aggiungeranno le risorse finora non impiegate. Ricordiamo che questa misura era prevista dall’articolo 22-bis del decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145, convertito in legge il 15 dicembre 2023, n. 191, ed è disciplinata dal Decreto del ministro della Salute di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze del 17 dicembre 2024.