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Sicurezza sul lavoro, entra in vigore la nuova legge: ma i tecnici della prevenzione delle Asl restano ai margini

Sicurezza sul lavoro, entra in vigore la nuova legge
Ma i tecnici della prevenzione delle Asl restano ai margini
ll Consiglio dei Ministri, nella seduta n. 147 di martedì 28 ottobre 2025 a Palazzo Chigi, ha approvato il nuovo decreto legge sicurezza sul lavoro. Il provvedimento introduce misure urgenti per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, volte a rafforzare la vigilanza, contrastare gli infortuni nei cantieri e migliorare la formazione dei lavoratori segnando un nuovo passo nella strategia nazionale di prevenzione e tutela della salute nei luoghi di lavoro.
Da una prima disamina i tecnici della prevenzione delle Asl, il profilo professionale più importante per la prevenzione, viene trascurato a vantaggio di un potenziamento delle misure e del personale (gli ispettori del lavoro) che hanno soprattutto una valenza burocratico amministrativa più che tecnica. E formativa per prevenire lo stillicidio di casi letali, più di uno al giorno in Italia, ma anche delle migliaia di lavoratori che contraggono una malattia professionale, in entrambi i casi sui cantieri, negli uffici, nelle aziende lungo tutto lo Stivale.
Ma andiamo con ordine: la nuova legge sulla sicurezza sul lavoro introduce diverse novità per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori. Le principali misure previste mirano al rafforzamento della formazione con obbligo di aggiornamento periodico per i Rappresentanti dei lavoratori per la Sicurezza (RLS) anche nelle imprese con meno di 15 dipendenti e all’innalzamento del livello qualitativo degli enti accreditati che erogano la formazione. Previsto inoltre il potenziamento dell’apparato ispettivo e dell’organico dell’INL e del Comando Carabinieri per la tutela del lavoro. E ancora: si punta a una più puntuale sorveglianza sanitaria con visite mediche obbligatorie per tutti i lavoratori esposti a rischi professionali e l’ottimizzazione degli esami clinici per evitare ripetizioni non necessarie. E ancora, sicurezza nei cantieri: si introduce la patente a crediti per le imprese che operano nei cantieri e l’obbligo di identificazione dei lavoratori assunti tramite la piattaforma SIISL e l’estensione della copertura assicurativa INAIL per gli studenti impegnati nei percorsi di formazione scuola-lavoro, e introduzione di una borsa di studio per alunni e studenti superstiti di persone decedute per infortuni sul lavoro o malattie professionali. Infine le promozione dell’adozione di linee guida per l’identificazione, il tracciamento e l’analisi dei mancati infortuni da parte delle imprese con più di 15 dipendenti.
C’è poco, tuttavia, nella norma, riguardo al potenziamento delle funzioni tecniche in un panorama nazionale in cui queste figure cruciali sono largamente sottorappresentate negli organici delle Asl. Aziende sanitarie che dovrebbero assumere migliaia di profili per garantire la prevenzione e la formazione. Su questo fronte si registra un incontro svoltosi nei giorni scorsi al Senato dalla Commissione d’albo nazionale dei Tecnici della prevenzione (Ordine delle professioni sanitarie Tsrm Pstrp). In audizione i Presidenti delle Commissioni d’albo nazionale e alcuni regionali del direttivo nazionale in occasione del giro d’Italia sulla sicurezza sul lavoro. L’obiettivo dell’iniziativa resta quella di promuovere la cultura della prevenzione andando dalla repressione alla responsabilità condivisa. Per la parte pubblica hanno partecipato Chiara Gribaudo deputata del Pd e il senatore Tito Magni del Senato rispettivamente presidenti delle commissioni sul lavoro dei due rami del parlamento.
“La sicurezza sul lavoro non può essere soltanto un obbligo normativo o un controllo da subire: deve diventare un valore condiviso, un impegno quotidiano e un investimento per il futuro”. È questo il messaggio emerso con forza durante l’incontro dal titolo “Dalle esperienze territoriali alle sedi istituzionali, il contributo dei Tecnici della Prevenzione per una cultura della sicurezza condivisa”, svoltosi il 27 ottobre 2025 nella Sala ISMA del Senato, su iniziativa del Senatore Tino Magni e promosso dalla Commissione d’Albo Nazionale dei Tecnici della Prevenzione (CdAN).
Nel corso dell’evento, è stata presentata la “Dichiarazione d’impegno nazionale sulla Prevenzione”, un documento che riconosce la prevenzione come bene comune e valorizza il contributo dei territori. Come ha sottolineato Speranza Duraccio, componente della Commissione d’albo (Cda) dei tecnici della prevenzione (Tdp) di Napoli–Avellino–Benevento–Caserta e Segretario della Commissione d’albo nazionale. “Essere oggi al Senato significa affermare che la sicurezza è un diritto delle persone e un dovere delle istituzioni. Da questo riconoscimento devono nascere passi concreti e condivisi”.
In questa direzione, Cosimo De Marco, Presidente della CdA TdP di Napoli–Avellino–Benevento–Caserta, ha richiamato l’attenzione su un cambio di prospettiva fondamentale: “La prevenzione non può ridursi a un’attività ispettiva e repressiva. È necessario tutelare la salute delle persone in modo proattivo ed efficace, coinvolgendo imprese, lavoratori e istituzioni in una rete di ascolto, responsabilità e partecipazione. Solo così nessuno dovrà più pagare con la salute il prezzo del lavoro.” L’appello che si leva dai territori è chiaro: occorre sostenere una cultura della prevenzione che favorisca la crescita, non la sanzione. Si invita pertanto il legislatore a sviluppare politiche che valorizzino strumenti di audit, monitoraggio e miglioramento continuo, capaci di premiare le organizzazioni virtuose e di accompagnare le altre in percorsi di crescita culturale e organizzativa.
Perché la sicurezza non nasce dalla paura della sanzione, ma dalla consapevolezza del valore della vita e del lavoro. Devono dunque lavorare insieme istituzioni, professionisti, imprese e lavoratori affinché si possa trasformare l’attenzione di oggi in scelte che durano.

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