La Società Italiana di Farmacologia (SIF) ha pubblicato sul proprio sito la scheda informativa su un nuovo farmaco candidabile alla cura del paziente Covid-19, il Gabesato mesilato (Foy ed equivalenti) che potenzialmente potrebbe avere un meccanismo d’azione interessante. Appartiene alla categoria dei SERPINE cioè degli inibitori delle proteasi seriniche, sostanze prodotte in vari distretti dell’organismo ed è somministrato per via endovenosa. Fino ad oggi veniva usato per risolvere la sintomatologia e correggere i meccanismi che sono causa della pancreatite acuta associata alla esagerata o incontrollata liberazione di enzimi che hanno il compito di rompere le catene di sostanze (amminoacidi) che formano le proteine. La molecola sembra dare una riduzione di mortalità in pazienti con pancreatite acuta moderata-grave.
Inibendo la proteasi serinica però, ha anche azione anticoagulante nella coagulazione intravascolare disseminata e come anticoagulante nell’emodialisi. Il fenomeno della coagulazione intravascolare disseminata è emerso come caratteristico nel quadro critico dei pazienti Covid-19, tanto che alcuni clinici a seguito degli esami autoptici eseguiti su alcuni pazienti deceduti, stanno ipotizzando che la morte dei pazienti stessi avvenga spesso per questa causa piuttosto che per la polmonite bilaterale che si manifesta. Ed oltre questo effetto sarebbe anche in grado di ridurre la produzione di citochine infiammatorie responsabili della cosiddetta “tempesta citochinica” causata dal sistema immunitario del paziente infetto. Per queste due azioni combinate (contrasto all’iperinfiammazione ed alla tromboembolia diffusa), secondo gli esperti farmacologi della SIF, potrebbe essere utilizzato nel trattamento degli effetti indotti dalla infezione Covid-19. Il punto fondamentale è che il farmaco sembra dover essere somministrato ma entro 48 ore dall’inizio dell’aggravamento (febbre elevata e problemi respiratori), in poche parole prima che si verifichi il danno polmonare. I pazienti quindi andranno seguiti, esclusivamente in ambito ospedaliero, con protocolli di cura codificati da esperti evitando la possibilità di eventi avversi data la complessità dei pazienti che si dovrebbero trattare.
La SIF per quanto sopra evidenziato, sta redigendo un protocollo di sperimentazione che sarà sottoposto in brevissimi tempi all’AIFA e al Comitato Etico dell’Ospedale Spallanzani, per ottenere evidenze scientifiche su questa ipotesi farmacologica molto interessante.