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Terra dei fuochi, dopo 10 anni di battaglie è l’ora della sentenza

Giovedì mattina la pronuncia della Corte europea. L’avvocato Centonze (rappresentate del primo querelante): «Fiducia nelle Istituzioni, le autorità Italiane non potevano non sapere».

«Ci aspettiamo una sentenza di condanna per lo Stato italiano, riteniamo infatti di aver provato senza ombra di dubbio che sul caso “Terra dei fuochi” ci sia stata una reiterata violazione dei diritti garantiti dalla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo».

Ad annunciare la sentenza che sarà emessa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo è l’avvocato Valentina Centonze che ha istruito e perseguito il caso classificato poi come “Cannavacciuolo e altri”. Oggi, dopo dieci anni di battaglie legali, è infatti arrivata la notizia di un pronunciamento imminente della Corte europea, attesa per giovedì 30 gennaio 2025 mattina alle 10.00.

Il ricorso riguarda 41 cittadini italiani residenti nelle province di Caserta o Napoli, (Campania), e cinque associazioni campane assistiti, tra gli altri, dall’avvocato Centonze del Foro di Nola, dall’avvocato Antonella Mascia del Foro di Verona, dall’avvocato Ambrogio Vallo del Foro di Napoli Nord e dall’avv. Armando Corsini del Foro di Napoli.

«Il caso – ricorda l’avvocato Centonze – riguarda lo scarico, il sotterramento e l’incenerimento di rifiuti, spesso effettuati da gruppi criminali organizzati, nelle zone della regione Campania note come Terra dei Fuochi, che ospita circa 2,9 milioni di persone». Sversamenti che hanno provocato nella popolazione un grave aumento dei casi di cancro nell’area interessata, roghi di rifiuti tossici e l’inquinamento delle acque sotterranee.

Ora l’annuncio della sentenza riaccende la speranza da parte dei ricorrenti che giustizia sia fatta e che la Corte condanni lo Stato Italiano riconoscendo che le autorità fossero – così come sostenuto dai querelanti – a conoscenza della fuoriuscita, della sepoltura e dell’incenerimento rifiuti pericolosi illegali nelle loro giurisdizioni, ma che non abbiano adottato misure per proteggere i cittadini né fornito loro informazioni in merito.

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