L’avvocato Valentina Centonze: «Sentenza storica, la Corte ha riconosciuto il pericolo per la salute dei cittadini»
«Una sentenza storica quella emessa oggi dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo che si è pronunciata sul caso Cannavacciuolo e altri c. Italia (domanda n. 51567/14 e altre tre domande) accertando che lo Stato Italiano ha violato l’art. 2 della Convenzione europea dei diritti dell’Uomo stante l’esistenza di un pericolo concreto reale ed imminente per la salute dei cittadini campani», lo dichiara l’avv. Valentina Centonze che assiste 71 ricorrenti residenti in Terra dei Fuochi assieme agli avv. Antonella Mascia , Armando Corsini e Ambrogio Vallo.
La sentenza prevede l’accertamento dell’esistenza di “un rischio sufficientemente grave, reale, accertabile e imminente dovuto al fenomeno dell’inquinamento in atto. Esistenza di un obbligo di protezione non vanificato dalla mancanza di certezza scientifica circa gli effetti precisi che l’inquinamento potrebbe avere sulla salute del richiedente. Mancata adozione da parte delle autorità del problema Terra dei Fuochi con la diligenza giustificata dalla gravità della situazione e di tutte le misure necessarie a proteggere la vita dei ricorrenti.
Mancanza di una risposta sistematica, coordinata e strutturata”. Quindi, misure generali dettagliate quelle indicate dalla Corte da attuare entro due anni dalla sentenza definitiva per affrontare il problema Terra dei Fuochi. «Si evidenzia anche la necessità di una strategia globale che riunisca le misure previste – dice l’avvocato Centonze – un meccanismo di monitoraggio indipendente e una piattaforma informativa.
La Corte si riserva da parte della Corte di valutare danni morali ai ricorrenti in base al comportamento delle autorità governative circa gli strumenti individuati per supplire alle carenze segnalate e le misure correttive raccomandate dalla Corte ai sensi dell’articolo 46 della presente sentenza».