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Trapianti e donatori di organi: cuori che battono ancora. TransMedics annuncia lo sbarco in Italia

Novità nel campo dei trapianti: un’azienda americana, TransMedics, aprirà in Italia un importante polo produttivo, il primo fuori dai confini degli Stati Uniti. Un primo annuncio era stato dato in novembre a Roma, e ieri a Mirandola si è tenuta una conferenza stampa dalla quale si sono appresi ulteriori dettagli. Lo stabilimento, secondo i piani, impegnerà cinquanta addetti: ingegneri e tecnici specializzati saranno mobilitati per portare avanti una missione che è al tempo stesso tecnologica, innovativa e profondamente umana.

Il nuovo impianto sarà dedicato allo sviluppo del sistema portatile Organ Care System (OCS), una tecnologia in grado di rivoluzionare il modo in cui i preparati anatomici vengono conservati, monitorati e trasportati. “Ogni organo sprecato è una vita perduta” recita il motto aziendale di TransMedics, ed è facile capire dove andiamo a parare. Grazie a un sistema di perfusione avanzata, gli organi prelevati dal donatore dopo il decesso sono mantenuti in condizioni fisiologiche, monitorati fino al momento in cui vengono consegnati nelle mani del chirurgo.

Per la comunità di Mirandola e per l’Italia, l’arrivo di TransMedics rappresenta un’opportunità economica, ma anche un motore di crescita scientifica e culturale. Il CEO e fondatore, Waleed Hassanein, intervenuto nella pittoresca cornice di Villa Tagliata, nella Città dei Pico, ha sottolineato come è maturata la decisione di aprire i battenti qui, nel cuore dell’ Emilia Romagna: “Abbiamo scelto questo territorio per l’eccellenza e la competenza che lo contraddistinguono nel settore biomedicale. Mirandola rappresenta uno dei distretti industriali specializzati più rilevanti a livello globale ed è il luogo ideale per dar vita a un ecosistema in cui competenze e tecnologie all’avanguardia si incontrano per generare innovazione. Qui costruiremo un polo d’eccellenza capace di attrarre i migliori talenti e accelerare la nostra missione: rivoluzionare il trapianto d’organi e salvare vite umane. Stiamo ridefinendo i confini della medicina, e siamo convinti che Mirandola diventerà un punto di riferimento in questa trasformazione globale”.

Dunque parliamo di un progetto ambizioso. Quando trattano dei progressi in medicina, spesso le direzioni delle aziende sanitarie si soffermano sui risultati eclatanti: maratone operatorie, recuperi miracolosi e storie di speranza. Ma dietro ogni successo c’è una rete complessa, una organizzazione che lavora senza sosta per muovere tutti gli ingranaggi.

Diversamente dai metodi utilizzati tradizionalmente, che prevedono la conservazione nel ghiaccio, l’OCS consente agli organi di rimanere metabolicamente attivi. Immaginiamo un rene, un fegato o i polmoni sempre vitali, monitorati in tempo reale. Con questo sistema è possibile verificare la funzionalità degli organi durante il trasporto, offrendo garanzie di riuscita ai medici e ai pazienti.

L’anno scorso negli States, secondo le statistiche citate dall’azienda, si è registrato un incremento del 58% rispetto all’anno precedente, per quanto riguarda il volume di trapianti andati in porto. Un traguardo che poggia anche su una solida rete logistica e operativa. Grazie al programma nazionale OCS, TransMedics, oltre a produrre dispositivi all’avanguardia, gestisce direttamente l’intero processo: dal recupero dell’organo fino alla consegna al centro trapianti. Questo modello, come si legge nel report, ha reso la gestione dei trapianti più sostenibile.

Con l’arrivo di TransMedics, Mirandola si candida a diventare, nel giro di un paio d’anni, il fulcro europeo per la produzione di dispositivi monouso legati a questa impresa. Dietro ogni innovazione c’è una storia, in questo caso non ci sono solo progressi tecnici, ma anche sentimenti, affetti, famiglie ricomposte e speranze ritrovate. È qui che l’umanità incontra la tecnologia, dando vita a un intreccio di esperienze profonde e toccanti. E non parliamo solo dei malati che tornano a vivere. Parliamo anche delle vite dei giovani talenti della medicina e della chirurgia, che vanno a cercare lavoro all’estero (la cosiddetta fuga dei cervelli) e che stavolta potrebbero trovare terreno fertile per valorizzare le competenze e la passione, senza dover emigrare. “Questa tecnologia lascia intravedere un futuro per la nostra comunità,” ha commentato Letizia Budri, sindaco di Mirandola. “L’arrivo di TransMedics rappresenta una importante opportunità per il distretto, conferma il valore strategico della nostra realtà nel panorama del biomedicale internazionale. In un periodo di incertezza economica globale, Mirandola si dimostra capace di attrarre investimenti grazie al suo straordinario know-how, alla qualità delle sue imprese e all’alta professionalità delle persone che vi lavorano. Lo sviluppo di soluzioni ad alto contenuto tecnologico per il trapianto di organi costituisce una nuova frontiera, di grande stimolo anche per continuare a investire nella formazione e nell’innovazione. Per questo sono qui a testimoniare il pieno sostegno dell’Amministrazione”.

L’obiettivo di TransMedics è facilmente intuibile: esportare una procedura vincente anche in Europa, ridefinire il perimetro della medicina dei trapianti. Questo modello integrato ha portato a risultati straordinari, in America, per quanto riguarda le scienze trapiantologiche: un utilizzo degli organi superiore al 95%, una riduzione significativa dei tempi d’attesa per i pazienti e un miglioramento degli esiti clinici. Inoltre, permette una programmazione più efficiente. L’azienda, attraverso il ramo italiano, avvierà collaborazioni con scuole, università e centri di formazione del territorio, offrendo programmi di tirocinio e percorsi di specializzazione. “Stiamo costruendo una nuova generazione di esperti che saranno al centro dell’innovazione,” ha dichiarato Roberto Bocchi, Vicepresidente per lo sviluppo dei dispositivi monouso di TransMedics. “I nostri addetti si occuperanno della piattaforma tecnologica di nuova generazione di TransMedics disposables, che funziona a diretto contatto con gli organi: cuore, fegato e polmoni. È prevista qui anche la successiva produzione di componenti monouso che fanno parte del corredo OCS. Andremo ad arricchire il distretto con una tecnologia che non ha eguali e che non fa concorrenza alle aziende del comprensorio”.

Le potenziali collaborazioni con fornitori, partner e altre aziende del distretto di Mirandola e Medolla stanno suscitando interesse, lo scambio di conoscenze potrebbe creare un ambiente fertile, stimolare la creatività e lo spirito di emulazione. Inoltre, sempre in tema di iniziative collegate ai trapianti, si possono immaginare appuntamenti congressuali, workshop e seminari per addetti ai lavori, o aperti alla comunità. “L’obiettivo non è solo produrre dispositivi medici innovativi, ma anche far crescere un intero sistema capace di sostenere il progresso a lungo termine,” sottolinea Bocchi.

“La scelta di investire a Mirandola – ha dichiarato da parte sua il vicepresidente della Regione Emilia Romagna, Vincenzo Colla – è il riconoscimento della qualità internazionale del nostro ecosistema nel biomedicale. Portare a Mirandola non solo la produzione, ma anche la ricerca e lo sviluppo, consentirà di far crescere sul territorio competenze all’avanguardia e di generare nuova occupazione diretta e nell’indotto”.

Finora abbiamo detto dell’arrivo di TransMedics, l’importanza del progetto, la rivoluzione tecnologica dell’OCS, le storie umane legate ai trapianti, l’efficienza del National Program nella logistica delle donazioni, l’impatto formativo e professionale. Veniamo ora all’etica e al razionale dell’operazione. La medicina dei trapianti non si basa solo sull’innovazione tecnologica, ma anche sull’evoluzione medico-legale delle pratiche e dei protocolli. Mentre le storie umane di donatori e riceventi continuano a emozionare il pubblico, è importante riflettere su come la scienza stia trasformando le possibilità offerte dalla donazione di organi.

Un tempo, gli organi prelevati dai donatori venivano conservati, come si è detto prima, nel ghiaccio, senza alcun apporto di ossigeno o nutrienti dal sangue circolante. I prelievi degli organi, definiti “a cuore battente”, avvenivano quando il donatore era dichiarato clinicamente morto tramite criteri neurologici, con l’elettroencefalogramma piatto, ma il cuore continuava a pompare sangue.

Oggi assistiamo a una significativa svolta con l’introduzione delle donazioni a cuore fermo, note come Donazioni dopo Cessazione Circolatoria (DCD). In questi casi, il decesso del donatore viene accertato rilevando anche l’assenza del battito cardiaco, oltre ai segni neurologici (morte cerebrale). In Italia, questa procedura, prelievo di organi quando il cuore ha cessato di battere, dovrebbe favorire i consensi, le dichiarazioni di disponibilità alla donazione. La DCD richiede l’esecuzione di un elettrocardiogramma continuativo per almeno 20 minuti, come stabilito dalla normativa vigente, per confermare l’assenza di attività cardiaca prima di procedere al prelievo. Questo protocollo si sta affermando rapidamente, apre nuove possibilità per il trapianto di organi come reni, fegato e polmoni. Recentemente, grazie a tecniche all’avanguardia di riperfusione, anche il cuore, un organo particolarmente sensibile alla mancanza di ossigeno durante l’arresto cardiaco, è diventato disponibile per questa tipologia di donazione. È una rivoluzione che promette di salvare ancora più vite, ampliando il bacino di donatori potenziali.

Quando i trapianti diventano un simbolo di solidarietà, la società si mobilita e cresce il consenso. Dietro ogni donazione c’è un atto di immensa generosità e altruismo. Donare significa dare una possibilità a qualcuno di continuare a vivere, un gesto che unisce famiglie, comunità e culture in un senso profondo di solidarietà. Ogni organo trapiantato porta con sé una funzione vitale, ma anche il ricordo di chi ha lasciato in dote una parte di sé per salvare un’altra vita.

La storia di TransMedics a Mirandola non è solo quella di una rivoluzione tecnologica annunciata, ma anche un esempio di come progresso e senso di responsabilità vadano di pari passo. Innovazioni come l’Organ Care System (OCS) e le donazioni a cuore fermo cambiano il modo in cui vediamo la vita, la morte e il significato del dono.

I progressi nei trapianti d’organo dimostrano che la medicina non è una scienza isolata, ma influenza i costumi e la società in modi profondi. Chiudiamo allora con una nota di speranza e riconoscenza. Gratitudine per i donatori, per i medici e ricercatori, e per la comunità. Donazioni, trapianti e innovazioni costruiscono ponti di solidarietà tra persone di diverse origini e storie. Ogni organo trapiantato porta con sé un messaggio: le vite umane sono interconnesse, e ognuno di noi ha il potere di fare la differenza per qualcun altro.

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