In occasione della giornata mondiale della tubercolosi che si è celebrata il 24 marzo, il gruppo di ricerca dell’Istituto nazionale di malattie infettive Spallanzani ha dimostrato la presenza del micobatterio nelle cellulle CD34+ dei pazienti con infezione e malattia tubercolare
La tubercolosi è una malattia infettiva e contagiosa, causata da un batterio, il Mycobacterium tuberculosis. Nella maggior parte dei casi interessa i polmoni ma possono essere coinvolte altre parti del corpo. Se non trattata la tuboercolosi può portare al decesso.
In occasione della giornata mondiale della tubercolosi che si è celebrata il 24 marzo, il gruppo di ricerca dell’Istituto nazionale di malattie infettive Spallanzani ha dimostrato la presenza del micobatterio nelle cellulle CD34+ dei pazienti con infezione e malattia tubercolare.
Come ha spiegato la professoressa Delia Goletti, direttrice dell’unità operativa complessa di Ricerca traslazionale, in un video sui social dell’Istituto Spallanzani in vista della giornata mondiale della tubercolosi del 24 marzo, “ancora oggi, ogni anno 10 milioni di persone nel mondo si ammalano di tubercolosi e di queste un milione e trecentomila muoiono. Parallelamente, due miliardi di persone hanno un’infezione tubercolare latente e di queste circa il 10% svilupperà la malattia ma al momento non abbiamo strumenti per identificarle preventivamente”.
Il gruppo di ricerca traslazionale dell’Istituto Spallanzani ha dimostrato la presenza del micobatterio della tubercolosi nelle cellule CD34+ del sangue dei pazienti con infezione tubercolare latente. Come spiega la professoressa Goletti, “queste cellule potrebbero rappresentare delle nicchie dove il batterio si nasconde per poi riattivarsi. I risultati di questi studi ci permetteranno di arrivare a una medicina di precisione per identificare coloro che hanno maggiore rischio di sviluppare in futuro la malattia e per disegnare terapie mirate per impedire che si ammalino e che diffondono a loro volta l’infezione. È importante investire ancora nella ricerca sulla tubercolosi”.
Come ogni anno, il 24 marzo si celebra la giornata mondiale della tubercolosi per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle devastanti conseguenze sanitarie, sociali ed economiche della tubercolosi e per intensificare gli sforzi per porre fine all’epidemia globale di questa malattia. La data segna il giorno del 1882 in cui il dottor Robert Koch annunciò di aver scoperto il batterio (Mycobacterium tuberculosis) che causa la tubercolosi.
Ogni anno oltre 10 milioni di persone si ammalano di tubercolosi. La maggior parte di queste persone vive in Paesi a basso e medio reddito, ma la tubercolosi è presente in tutto il mondo.
Nonostante sia una malattia prevenibile e curabile, nel 2022, 1,3 milioni di persone sono morte a causa della tubercolosi. Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità la tubercolosi rappresenta la seconda (dopo il Covid-19) delle principali malattie infettive mortali e ha superato i numeri dell’Hiv e dell’Aids. Porre fine all’epidemia di tubercolosi entro il 2030 rientra tra gli obiettivi degli Sustainable Development Goals (SDGs) delle Nazioni Unite.
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