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Tumore uroteliale: sensibilizzazione attraverso la campagna “Non girarci intorno” di Merck

In oncologia, il tumore della vescica è una delle patologie più diffuse in Italia, con 31.016 nuove diagnosi nel 2024. È la seconda neoplasia in ambito urologico più diffusa dopo il cancro della prostata e colpisce prevalentemente uomini tra i 60 e i 70 anni, con un’incidenza quattro volte superiore rispetto alle donne. Nonostante la diffusione della malattia, la consapevolezza sui fattori di rischio e le strategie di prevenzione rimane ancora insufficiente. Questo ha spinto esperti e istituzioni a intensificare le attività di informazione, portando il tema della salute anche in contesti sportivi e culturali. Durante il Giro d’Italia, una delle manifestazioni più seguite dal pubblico, è stata promossa la campagna di sensibilizzazione “Non girarci intorno”, con lo scopo di aumentare la conoscenza del tumore uroteliale e incoraggiare la prevenzione.

Una indagine è stata condotta su un campione significativo di volontari. Tre intervistati su quattro hanno dichiarato di conoscere il tumore alla vescica, il 63% ha individuato correttamente la presenza di sangue nelle urine come principale campanello d’allarme. L’80% degli intervistati ha riconosciuto il fumo come uno dei principali fattori di rischio. Tuttavia, è emerso che il 50% del campione non ha mai discusso di prevenzione oncologica con il medico. Un segnale positivo arriva dal ruolo delle Associazioni di pazienti, considerate fondamentali per diffondere conoscenze e supportare chi affronta la malattia.

Durante la tappa di Siena il professor Michele Maio, immunologo di fama internazionale, ha sottolineato l’importanza della prevenzione e indicato le nuove frontiere terapeutiche per contrastare il tumore. Successivamente, a Castelnuovo Monti in provincia di Reggio Emilia, il professor Carmine Pinto, past president AIOM, ha ribadito il valore delle reti oncologiche regionali nel garantire ai pazienti le migliori cure disponibili. Messaggi di particolare attualità se consideriamo che in questi giorni clinici e ricercatori di tutto il mondo sono riuniti a Chicago, al meeting dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), per discutere delle ultime novità. La campagna “Non girarci intorno” promossa da Merck durante il Giro d’Italia ha portato alla ribalta la prevenzione, una priorità per la salute pubblica.

Negli ultimi anni, la ricerca ha compiuto progressi significativi, consentendo di migliorare l’approccio alla cura del tumore uroteliale. Secondo gli esperti, la prevenzione e la diagnosi precoce restano strumenti essenziali per ridurre l’incidenza della malattia e incrementare le prospettive di guarigione. “Oggi il cancro è tra le malattie croniche la più curabile e prevenibile. A differenza di molte patologie degenerative, come quelle del sistema nervoso centrale, per il cancro abbiamo terapie efficaci e possibilità concrete di prevenzione – ha dichiarato Carmine Pinto, coordinatore della rete oncologia ed emato-oncologica dell’Emilia-Romagna – Il primo passo è adottare uno stile di vita sano: non fumare, evitare l’abuso di alcol, mantenere un peso adeguato, seguire una dieta equilibrata e praticare attività fisica. Questi comportamenti riducono in modo significativo il rischio di sviluppare un tumore. Ma è fondamentale anche aderire ai programmi di screening nazionali: mammella, cervice uterina e colon-retto. Questi strumenti permettono di diagnosticare precocemente o addirittura di intercettare i precursori dei tumori, aumentando le possibilità di cura e guarigione”.

“Tutto questo, tuttavia, – prosegue lo specialista – deve essere gestito da un sistema organizzato, come le reti oncologiche regionali, dove si parte dalla prevenzione primaria, dagli screening, alla diagnostica più avanzata (pensiamo a quello che può fare oggi la medicina nucleare e la biologia molecolare), alle cure più attive. Ma non solo, pensiamo anche alla riabilitazione, al follow-up a lungo termine dei pazienti guariti da tumore o con malattia ‘cronicizzata’. Per quanto riguarda la terapia medica stiamo assistendo a un cambiamento epocale. Siamo passati dalla chemioterapia e dall’ormonoterapia, a farmaci a target molecolari, all’immunoterapia con checkpoint inibitori, all’introduzione di anticorpi coniugati e radioligandi. Oggi come oggi poco meno di 4 milioni di italiani vivono dopo una diagnosi di cancro, e a loro dobbiamo garantire qualità di vita, reinserimento sociale e lavorativo, diritto all’oblio oncologico. Chi ha avuto una esperienza di malattia oncologica deve poter condurre una vita normale dopo di essa. Chi ha ricevuto una diagnosi di cancro, deve poter essere curato nel modo più adeguato e appropriato”.

In Emilia-Romagna la Rete oncologica ed emato-oncologica regionale, ha proprio come obiettivo quello di dare valore a tutte le strutture sanitarie in continuità tra ospedali , IRCCS, università e territori, in un processo che è insieme assistenziale, ma anche di introduzione delle innovazioni e sviluppo della ricerca. “Questa – conclude il professor Pinto – è una Regione che ha la più alta copertura degli screening a livello nazionale. Abbiamo la più alta sopravvivenza a cinque anni per tutti i tumori dalla diagnosi (68% contro la media nazionale del 63%) e abbiamo la possibilità di cure avanzate distribuite sull’intero territorio regionale. È la prova che un sistema sanitario pubblico condiviso, integrato e governato può funzionare e garantire il diritto di accesso alle migliori cure per tutti i cittadini”.



Quello della vescica è il secondo tumore urologico più comune dopo il carcinoma prostatico, e in Italia nel 2024 sono stati diagnosticati 31.016 casi. È più frequente tra i 60 e i 70 anni e si manifesta circa 4 volte più negli uomini che nelle donne. Dunque, il primo passo per ridurre il rischio di sviluppare un tumore è adottare uno stile di vita sano: (i) Non fumare. (ii) Evitare l’abuso di alcol. (iii) Mantenere un peso corporeo adeguato. (iv) Seguire una dieta equilibrata. (v) Praticare attività fisica regolare. “Oltre a questi comportamenti, è fondamentale aderire ai programmi di screening nazionali per la mammella, la cervice uterina e il colon-retto. Questi strumenti permettono di diagnosticare precocemente la malattia o addirittura di intercettare i precursori dei tumori, aumentando le possibilità di cura e guarigione.”

Accanto alla prevenzione, la gestione del tumore uroteliale deve avvalersi di un sistema sanitario organizzato, basato su reti oncologiche regionali. Queste realtà garantiscono un percorso completo, che parte dalla prevenzione e dagli screening fino alla diagnostica avanzata, con le più recenti innovazioni della medicina nucleare e della biologia molecolare. La campagna “Non girarci intorno”, promossa da Merck in occasione del Giro d’Italia, ha contribuito a diffondere questi messaggi attraverso un’azione capillare, sensibilizzando il pubblico sull’importanza della prevenzione oncologica rivolta al grande pubblico e del ruolo delle reti sanitarie nel garantire cure sempre più efficaci e accessibili. La campagna “Non girarci intorno” è patrocinata da FIASO, Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere, SIMG, Società Italiana dei Medici di Medicina Generale e delle Cure Primarie, SIUrO – Società Italiana di Uro-Oncologia e Associazione PaLiNUro – Pazienti Liberi dalle Neoplasie Uroteliali.

(1. continua…)

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