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Tumori e fertilità, la giunta della Regione Toscana conferma crioconservazione dei gameti

In un’epoca in cui la medicina sta compiendo progressi straordinari nella cura dei tumori, sempre più spesso la qualità della vita dopo la malattia diventa parte integrante del percorso terapeutico. Tra le conseguenze delle terapie oncologiche, soprattutto nelle persone giovani, c’è la compromissione della fertilità. Chemioterapia, radioterapia e trattamenti immunosoppressivi possono danneggiare in modo irreversibile la capacità riproduttiva, privando uomini e donne della possibilità di diventare genitori.

La crioconservazione dei gameti – ovociti, liquido seminale, tessuto ovarico e testicolare – rappresenta oggi una delle soluzioni più efficaci per preservare la fertilità prima dell’inizio delle cure. È una procedura che consente, in futuro, di accedere a tecniche di procreazione medicalmente assistita, offrendo una speranza concreta a chi affronta la malattia in età fertile. Tuttavia, nonostante il suo valore indiscusso, la crioconservazione resta fuori dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) nazionali, lasciando scoperta una fascia vulnerabile della popolazione.

In questo contesto, la Regione Toscana ha scelto di non voltarsi dall’altra parte. Con una delibera approvata dalla giunta regionale, ha confermato la gratuità della crioconservazione per i residenti affetti da tumori, malattie croniche, endometriosi severa, riaffermando il principio che il diritto alla genitorialità non può essere sacrificato sull’altare dei tagli sanitari.

La misura, annunciata a Firenze, prevede che la crioconservazione rimanga accessibile senza costi per i pazienti toscani che non abbiano ancora compiuto 40 anni. I gameti potranno essere conservati fino al compimento dei 46 anni. Per garantire la continuità del servizio, la giunta ha stanziato 150.000 euro. I casi clinici inviati da altre regioni, invece, dovranno sostenere integralmente i costi della prestazione.

“La prestazione di preservazione della fertilità potrà essere erogata a pazienti residenti in Toscana che non hanno ancora compiuto 40 anni ed i gameti saranno crioconservati fino al compimento dei 46 anni”, riporta una nota della Regione Toscana. La presa in carico dei pazienti oncologici o affetti da patologie che richiedono trattamenti sterilizzanti sarà garantita entro 72 ore dal momento della diagnosi, grazie al lavoro del Centro per la preservazione della fertilità.

Il governatore Eugenio Giani e l’assessore Simone Bezzini hanno sottolineato l’importanza della misura, ricordando che “grazie ai progressi raggiunti nell’ambito delle terapie oncologiche, la prognosi della maggior parte dei tumori che affligge la popolazione giovanile è oggi in netto miglioramento, con tassi di sopravvivenza molto elevati”. Tuttavia, hanno aggiunto, “spesso sono necessarie strategie terapeutiche molto aggressive, che possono compromettere in maniera permanente la funzione riproduttiva. Finanziando questa prestazione salvaguardiamo il diritto alla genitorialità”.

Secondo i dati riportati dalla Regione, circa un quarto delle patologie oncologiche si verifica durante l’età riproduttiva. Questo rende la crioconservazione non solo una scelta clinica, ma una necessità sociale. La Toscana, con questa delibera, si conferma tra le regioni più sensibili ai bisogni dei pazienti oncologici, offrendo una risposta concreta e tempestiva.

In un Paese dove la natalità è in calo e le sfide demografiche si fanno sempre più pressanti, tutelare la fertilità dei giovani pazienti oncologici significa investire nel futuro. Significa riconoscere che la salute non è solo sopravvivenza, ma anche possibilità, progettualità, dignità. E in Toscana, almeno per ora, questa possibilità resta in piedi.

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