Misurare quanto si nutre un neonato è ora possibile grazie a un soluzione indossabile, pensata per assistere genitori e operatori sanitari, anche in contesti clinici più critici
Il sistema, progettato dalla Northwestern University, consente il monitoraggio continuo e in tempo reale della quantità di latte materno assunta dal neonato, affrontando una delle principali incertezze per personale medico e genitori: sapere con precisione quanto si nutre il bambino.
Il sensore indossabile, descritto in un articolo pubblicato sulla rivista Nature Biomedical Engineering, consiste in un sottile cordone flessibile che si applica intorno al seno della madre. Grazie a una tecnologia basata sulla bioimpedenza, è in grado di rilevare variazioni elettriche correlate alla riduzione del volume di latte durante la poppata. I dati vengono trasmessi in modalità wireless a uno smartphone o tablet, consentendo una visualizzazione istantanea e intuitiva.
Il progetto è stato guidato dal professor John A. Rogers, esperto di bioelettronica presso la Northwestern University, in collaborazione con il dottor Daniel Robinson, neonatologo presso la Northwestern Medicine, e altri specialisti tra cui il dottor Craig Garfield e la dottoressa Jennifer Wicks del Lurie Children’s Hospital di Chicago. Tre ricercatori post-dottorato del Querrey Simpson Institute for Bioelectronics (QSIB) oggi docenti in Corea del Sud, hanno contribuito alla progettazione e ottimizzazione del sistema.
Attualmente, le strategie disponibili per stimare il consumo di latte materno da parte del neonato sono complesse e poco pratiche, come la pesatura del bambino prima e dopo ogni poppata. L’alternativa del tiralatte, sebbene offra una misurazione precisa, comporta la perdita del contatto pelle a pelle e può aumentare il rischio di contaminazioni.
La nuova tecnologia, secondo i suoi ideatori, è stata sviluppata proprio per colmare questa lacuna. Il sistema si adatta alle diverse forme e densità del seno materno grazie a una calibrazione personalizzata. Durante la calibrazione, la madre utilizza un tiralatte collegato a un biberon graduato, mentre il dispositivo registra le variazioni elettriche. Questo consente al sensore di apprendere come interpretare i segnali specifici di ogni utilizzatrice.
I test clinici condotti su 12 madri, sia in terapia intensiva neonatale che a casa, hanno mostrato risultati coerenti tra le letture del dispositivo e le misurazioni tradizionali tramite biberon o differenza di peso. Le sessioni di test si sono estese fino a 17 settimane, con più misurazioni effettuate per ciascun soggetto.
La rilevanza clinica del dispositivo appare particolarmente significativa per i neonati prematuri o ricoverati in terapia intensiva, che necessitano di volumi precisi di latte per evitare complicazioni. Attualmente, molti di questi neonati non possono essere allattati direttamente al seno per l’impossibilità di monitorare la quantità di latte assunta.
In prospettiva, il team prevede di integrare il dispositivo in reggiseni per l’allattamento, semplificandone ulteriormente l’utilizzo. Sono inoltre in fase di sviluppo funzionalità aggiuntive per monitorare il riempimento del seno, la qualità del latte e il contenuto lipidico, ampliando così il potenziale di supporto offerto dalla tecnologia.
Il progetto è stato realizzato con il contributo del Querrey Simpson Institute for Bioelectronics, dalla Defense Health Agency, dalla National Research Foundation of Korea e dalla Haythornthwaite Foundation. L’obiettivo, secondo gli autori, è fornire uno strumento in grado di rafforzare la fiducia delle madri, ridurre l’ansia legata all’allattamento. Aiutando a garantire il benessere dei neonati.