Il diabete è una patologia cronica, estremamente diffusa, multifattoriale, che richiede per il suo approccio la costituzione di un team multidisciplinare. Per tutte queste caratteristiche il diabete rappresenta il modello su cui applicare quello che il DM77 attraverso il PNRR vuole realizzare nell’ambito della medicina di prossimità, vale a dire rendere migliore e universale l’accesso alle cure e alla tecnologia.
Il diabete, essendo una patologia cronica, estremamente diffusa, multifattoriale, richiede per il suo approccio la costituzione di un team multidisciplinare. Per tutte queste caratteristiche il diabete rappresenta il modello su cui applicare quanto il DM77 attraverso il PNRR vuole realizzare nell’ambito della medicina di prossimità, vale a dire rendere migliore e universale l’accesso alle cure e alla tecnologia. Se n’è parlato all’evento organizzato da Motore Sanità, “PNRR, DM77 e cambiamento organizzativo – impatto dell’innovazione tecnologica nella gestione del paziente diabetico”.
Sul fronte della tecnologia, la regione Veneto ha sempre dimostrato la sua attenzione, tanto che oggi quasi tutti i pazienti diabetici minori sono dotati di sensore e microinfusore. Come spiega Fabiano Marra, presidente dell’associazione Giovani e Diabete di Verona onlus e vicepresidente AGD Italia “la tecnologia ha notevolmente migliorato la gestione del diabete, soprattutto in età evolutiva, ha consentito un miglioramento veramente notevole della vita attraverso dei sistemi che dialogano tra di loro, sensore insieme con il microinfusore che corregge in maniera automatica la glicemia, sollevando le famiglie dalla necessità di più prelievi ematici quotidiani e, soprattutto, dalle rilevazioni notturne determinate dalla preoccupazione di ipoglicemie durante il sonno, migliorando, altresì, il “time in range”.
Le ultime rilevazioni parlano di un miglioramento della percentuale delle persone che arrivano a un target glicemico migliore grazie alla tecnologia che per questo è da considerarsi sicuramente un investimento per la sanità, non solo economico, ma anche sociale, perché l’uso della tecnologia ha migliorato la qualità delle persone con diabete. In questo scenario l’educazione riveste un ruolo centrale nel consentire ai pazienti e agli operatori sanitari di integrare FGM/rtCGM nella vita quotidiana delle persone con diabete e nel guidare il medico verso efficaci decisioni terapeutiche” spiega Manuela Bertaggia, vicepresidente nazionale FAND Veneto.
A tale proposito FAND sta formando, con un corso di 11 lezioni in collaborazione delle società scientifiche, tantissimi diabetici guida, figura che il Veneto prevede nell’art. 9 comma 4 della legge 24 del 11 novembre del 2011, e che potrebbe coadiuvare l’infermiera nelle diabetologie e nelle case di comunità.
Per quanto riguarda il trattamento del diabete sul territorio, esistono alcuni punti interrogativi. “Il Dm77 prevede la presenza del diabetologo nelle case di comunità, ma ai pazienti con diabete interessa che il diabetologo non sia isolato ma provenga da un centro diabetologico, perché altrimenti genereremmo un paziente con diabete di serie A e un paziente di serie B”, conclude Bertaggia.
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