L’incidenza della malattia autoimmune caratterizzata dalla perdita di capelli a chiazze tra le persone che hanno avuto Covid è quasi doppia rispetto a chi non ha avuto Covid. Potrebbe dipendere da anomalie del sistema immunitario causate dall’infezione. Ma anche lo stress può avere un ruolo
Si prendano 10mila persone. Alcune hanno avuto Covid-19, altre no. Nel gruppo che ha avuto Covid ci sono 43 casi di alopecia areata, la malattia autoimmune caratterizzata da improvvisa caduta di capelli a chiazze, nel gruppo senza Covid ce ne sono 23. In altri termini: l’incidenza della alopecia areata è dell’82 per cento superiore nelle persone con Covid rispetto a quelle senza Covid. Con questi dati ricavati dall’analisi di oltre mezzo milione di persone, uno studio pubblicato su Jama Dermatology dimostra che l’infezione da Sars-Cov-2 è associata a un maggior rischio di comparsa o di riacutizzazione della patologia che comporta la formazione di chiazze rotondeggianti prive di capelli in una o più parti del cuoio capelluto.
I ricercatori basandosi sulle informazioni delle banche dati sanitarie della Corea del Sud hanno messo a confronto due gruppi di 259mila persone ciascuno, uno con Covid l’altro senza Covid. Gli individui sono stati abbinati sulla base delle caratteristiche demografiche e sulle condizioni di salute. Ebbene, considerando tutti i tipi di alopecia areata, a chiazze, totale (quando coinvolge tutto il cuoio capelluto) o universale (che comporta la caduta di tutti i peli del corpo), il numero dei casi era considerevolmente più elevato nel gruppo dei pazienti che avevano avuto Covid, rispetto agli altri.