Sviluppato dal George Institute for Global Health e pubblicato su Lancet, il nuovo strumento analizza oltre 500 studi clinici e aiuta a individuare il farmaco e il dosaggio più adatto a ogni paziente
La gestione dell’ipertensione è una delle sfide più diffuse e complesse della medicina moderna. Nonostante la disponibilità di decine di farmaci e combinazioni terapeutiche, trovare il trattamento giusto per ogni paziente resta un processo spesso empirico, basato su tentativi successivi e aggiustamenti progressivi. In questo contesto, la tecnologia fa un passo avanti decisivo: è stato sviluppato un calcolatore clinico capace di predire il farmaco più efficace e il dosaggio ottimale per ciascun individuo. Lo strumento, messo a punto dal George Institute for Global Health, è stato presentato sulla rivista Lancet e promette di rivoluzionare l’approccio terapeutico all’ipertensione.
Il calcolatore si basa su un’enorme mole di dati: oltre 500 trial clinici, per un totale di più di 100.000 pazienti coinvolti. Attraverso l’analisi statistica dell’effetto medio dei trattamenti osservati, lo strumento è in grado di suggerire il piano terapeutico più adatto, classificando i farmaci in base alla loro intensità – bassa, moderata o alta – in funzione della riduzione della pressione ottenuta. Un approccio già consolidato nella gestione del colesterolo, ma finora mai applicato con questa precisione all’ipertensione.
“Ogni riduzione di una singola unità di pressione arteriosa comporta una diminuzione del rischio di infarto o ictus del 2%”, sottolinea Nelson Wang, autore dello studio. “Ma con decine di farmaci, dosi multiple per ciascun farmaco e la maggior parte dei pazienti che necessita di due o più principi attivi, ci sono letteralmente migliaia di opzioni possibili e non esiste un modo semplice per determinarne l’efficacia”.
Tradizionalmente, il trattamento dell’ipertensione inizia con un singolo farmaco, che in media abbassa la pressione di 8-9 mmHg. Tuttavia, la maggior parte dei pazienti ha bisogno di riduzioni più consistenti – tra 15 e 30 mmHg – per raggiungere gli obiettivi ideali. Questo comporta l’uso di più farmaci e una gestione attenta delle dosi, spesso basata su misurazioni ripetute e aggiustamenti graduali.
“La pressione arteriosa cambia di momento in momento, di giorno in giorno e di stagione in stagione”, osserva Wang. “Queste fluttuazioni casuali possono facilmente essere pari o superiori alle variazioni determinate dal trattamento”. È proprio questa variabilità che rende difficile valutare l’efficacia di una terapia in tempi brevi e con precisione.
Il nuovo calcolatore propone un cambio di paradigma. “L’uso dello strumento mette in discussione il tradizionale approccio terapeutico basato sull’iniziare con dosi basse, procedere lentamente, misurare e valutare”, afferma Wang. “Con questo nuovo metodo si specifica di quanto è necessario abbassare la pressione, si sceglie un piano terapeutico ideale per raggiungere tale obiettivo sulla base delle prove scientifiche e si avvia il paziente a seguirlo, idealmente il prima possibile”.
L’obiettivo è chiaro: ridurre i tempi di risposta, evitare trattamenti inefficaci e personalizzare la cura in modo scientificamente fondato. In un’epoca in cui la medicina di precisione è sempre più al centro delle strategie sanitarie, strumenti come questo calcolatore rappresentano un passo concreto verso una gestione più razionale e mirata delle patologie croniche.
Resta ora da capire come e quando il calcolatore sarà integrato nella pratica clinica quotidiana. La sua applicazione potrebbe non solo migliorare gli esiti dei pazienti, ma anche ridurre i costi sanitari legati a trattamenti prolungati e non ottimali. Per i milioni di persone che convivono con l’ipertensione, la prospettiva di una terapia su misura non è più un’utopia tecnologica, ma una possibilità reale e imminente.





