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Virus Respiratorio sinciziale (VRS): in Italia ricoveri ridotti del 71%grazie al nuovo anticorpo Nirsevimab.

Il primo studio italiano real life – condotto dall’Osservatorio Nazionale Specializzandi in
Pediatria (ONSP) e presentato al Congresso SIMRI – mostra l’impatto della nuova profilassi.
Roma, 17 settembre 2025. Per la prima volta in Italia, uno studio multicentrico condotto su scala
nazionale ha valutato in real life l’impatto sulle ospedalizzazioni di Nirsevimab, il nuovo
anticorpo monoclonale a lunga durata d’azione somministrato in dose unica per proteggere i
neonati dal Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), principale responsabile della bronchiolite.
Lo studio, realizzato dall’Osservatorio Nazionale Specializzandi, è stato coordinato dal Dott.
Mattia Spatuzzo, medico in formazione presso la scuola di pediatria della Sapienza di Roma e ha
coinvolto 30 centri pediatrici universitari in 15 regioni italiane. I risultati del lavoro sono
stati presentati preliminarmente al Congresso SIMRI a Verona dal professor Fabio Midulla,
Ordinario di Pediatria all’Università Sapienza di Roma, coordinatore scientifico dello studio e
responsabile della Pediatria di urgenza e della bronco-pneumologia pediatrica dell’Ospedale
Policlinico Umberto I di Roma.
“Grazie al Nirsevimab gli accessi in pronto soccorso e i ricoveri ospedalieri per bronchiolite sono
complessivamente diminuiti del 48% rispetto alla scorsa stagione epidemica, mentre i
trasferimenti in terapia intensiva pediatrica sono calati del 61%. La riduzione dei ricoveri nei
reparti di degenza si è attestata intorno al 71% nei mesi di picco dell’infezione, pur se con forti
differenze regionali. Regioni virtuose come la Toscana che hanno avviato precocemente la
campagna, hanno ridotto i ricoveri di oltre l’80%. All’opposto, regioni che hanno avviato la
profilassi più tardivamente, quali l’Abruzzo, hanno verificato in un primo momento un
significativo aumento dei casi”, ha affermato Midulla.
Chi si ricovera oggi: bambini più grandi e con patologie croniche. Lo studio evidenzia con
chiarezza un cambiamento nel profilo dei piccoli pazienti ricoverati. “Nella stagione 2024-2025,
infatti, a giungere in ospedale per bronchiolite sono stati più spesso lattanti di età maggiore,
probabilmente perché l’immunizzazione è risultata più capillare nei neonati, vaccinati fin dalla
nascita presso il punto nascita. Tra coloro che si sono ammalati nonostante la profilassi,
prevalgono invece i bambini con patologie croniche, come prematurità e cardiopatie, che
continuano a rappresentare la fascia più vulnerabile. E se l’introduzione della profilassi ha ridotto
il peso del VRS, che resta ad ogni modo il principale agente eziologico isolato, lo studio ha
evidenziato un cambiamento nello scenario epidemiologico con una maggiore circolazione di altri
virus respiratori, come influenza, Rhinovirus e Metapneumovirus, oltre a un aumento delle
coinfezioni”, ha spiegato Midulla.
“I risultati del lavoro ONSP confermano l’efficacia dell’anticorpo monoclonale nella prevenzione
della bronchiolite da VRS, che causa ogni anno in Italia tra i 7 mila e i 10 mila ricoveri. Allo stesso
tempo, emergono con chiarezza le nostre preoccupazioni per le forti disomogeneità regionali
nell’attuazione del programma, già evidenziate da una recente survey della SIP”, ha affermato
Renato Cutrera, Consigliere Nazionale della Società Italiana di Pediatria e Responsabile della
U.O.C. di Pneumologia e Fibrosi Cistica presso l’ospedale Pediatrico Bambino Gesù. “Le disparità
riguardano sia le diverse tempistiche di avvio della campagna, sia l’accesso alla profilassi per i bambini nati al di fuori della finestra epidemica (prima di novembre e dopo marzo). Proprio
questa limitazione si riflette anche nei dati pubblicati dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù: se
tra i lattanti più piccoli, pienamente coperti dalla profilassi, i ricoveri per bronchiolite da VRS si
sono ridotti del 90%, tra i più grandi – nati fuori stagione – la riduzione è stata solo del 40%.
Ci auguriamo che queste criticità possano essere superate già dalla prossima stagione, così da
garantire una protezione uniforme ed equa a tutti i bambini.”
Nel corso del Congresso, Eugenio Baraldi, Professore Ordinario di Pediatria all’Università di
Padova, ha portato le evidenze di come una infezione precoce da VRS si complichi, nel 35-40%
dei casi, con bronchite asmatica e riduzione della funzionalità respiratoria. Ha inoltre presentato
i risultati di un recente studio che mostra come la strategia preventiva contro il VRS con
Nirsevimab non solo riduce le ospedalizzazioni e gli accessi in pronto soccorso per bronchiolite
da VRS, ma contribuisce anche a diminuire il rischio di complicanze respiratorie, come la
bronchite asmatica, nei due anni successivi.
“La SIMRI, che ha seguito con grande attenzione l’evoluzione della campagna di immunizzazione,
ribadisce il proprio impegno costante nel monitorare l’andamento del VRS e nel promuovere
strategie condivise per garantire a tutti i bambini pari opportunità di protezione”, afferma la
Presidente Stefania La Grutta.

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