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Farmaci in Italia: boom di ricette anti-obesità. Neurolettici in crescita. Troppi antibiotici

Rapporto OsMed Aifa sul consumo di medicinali in Italia: spesa in aumento. Le terapie innovative fanno la parte del leone. Ecco quanto spendiamo

La spesa farmaceutica in Italia continua a crescere, riflette da un lato l’evoluzione della medicina verso terapie sempre più sofisticate, dall’altro lato racconta le contraddizioni di un sistema che fatica a contenere un atteggiamento consumistico dettato dalle insicurezze, tanto che i cittadini meno avveduti spendono in sanità di tasca loro anche quando potrebbero risparmiare. Questo e altro nel Rapporto OsMed presentato a Roma dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa).

Nel 2024, la spesa totale per i farmaci ha raggiunto i 37,2 miliardi di euro, con un incremento del 2,8% rispetto all’anno precedente. Di questa cifra, circa tre quarti sono stati coperti dal Servizio Sanitario Nazionale, mentre 17,8 miliardi sono stati destinati all’acquisto di medicinali da parte delle strutture sanitarie, ha sottolineato il presidente, Robert Nisticò, evidenziando l’impegno dell’ente nel monitoraggio e nelle attività regolatorie.

Tra i dati più significativi, spicca il boom dei farmaci anti-obesità, in particolare gli analoghi del recettore GLP-1, che nel 2024 hanno registrato un incremento dei consumi del 78,7% e una spesa complessiva di 98,2 milioni di euro. Questi medicinali, inizialmente sviluppati per il trattamento del diabete di tipo 2, sono oggi approvati anche per la gestione dell’obesità e del sovrappeso con complicanze. La loro efficacia nel ridurre l’appetito, migliorare il controllo glicemico e apportare benefici cardiovascolari ha contribuito alla rapida diffusione, tanto da collocarli nella top 10 dei farmaci con ricetta per cui i cittadini spendono di più.

La spesa sostenuta direttamente dai clienti delle farmacie per l’acquisto di medicinali di tasca propria ammonta a 10,2 miliardi di euro, con una leggera flessione del 4,6% rispetto all’anno precedente. Di questi, 1,6 miliardi riguardano farmaci di fascia A, quindi rimborsabili, ma acquistati cash, mentre 7 miliardi sono stati spesi per farmaci di fascia C, interamente a carico dei cittadini. A questi si aggiungono circa 440 milioni di euro per il ticket sulla ricetta e un miliardo per l’acquisto di farmaci di marca al posto degli equivalenti, che sono rimborsabili.

Sul fronte dei farmaci equivalenti, si registra una lieve crescita: nel 2024 hanno rappresentato il 23,5% della spesa e il 31,6% dei consumi (tuttavia, l’Italia resta al terz’ultimo posto in Europa per il consumo di generici). I dati mostrano una forte impronta regionale: nel Nord Italia si concentra il 45,5% dei consumi di farmaci equivalenti, nel Centro il 34,2%, mentre nel Sud e nelle Isole le scelte si fermano al 25,3%. Una disparità che riflette differenze culturali, economiche e organizzative, e che pone interrogativi sulla sostenibilità del sistema. Consoliamoci pensando che l’Italia si colloca al di sopra della media europea per l’impiego dei biosimilari, le versioni non brandizzate dei farmaci biologici, a testimonianza di una affermazione delle innovazioni terapeutiche.

Il rapporto evidenzia anche l’importanza delle terapie avanzate, con 12 nuove molecole rimborsate nel 2024, e dei farmaci orfani, che assorbono l’8,3% della spesa pubblica. Tra il 2022 e il 2024, sono stati riconosciuti 46 farmaci innovativi, un dato che conferma la vivacità della ricerca e l’impegno del sistema sanitario nel garantire accesso a trattamenti all’avanguardia. Ma non mancano le criticità. L’eccessivo consumo di antibiotici resta una preoccupazione: sebbene nel 2024 si sia registrato un lieve calo del 1,3%, questi farmaci vengono assunti quotidianamente da 17 cittadini ogni mille. Un dato che richiama l’urgenza di campagne di sensibilizzazione sull’uso appropriato, per contrastare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, sempre più minaccioso.

Preoccupanti anche i dati sulle prescrizioni di psicofarmaci nei minori. Dal 2016 al 2024, il numero di bambini e adolescenti che assumono questi farmaci è raddoppiato: si è passati dallo 0,26% allo 0,57%, pari a 1 minore ogni 175. Si tratta soprattutto di neurolettici (antipsicotici), antidepressivi e farmaci per il trattamento dell’ADHD. “Nonostante l’aumento, in parte legato alle conseguenze dell’emergenza pandemica, il ricorso ai farmaci psicotropi rimane sensibilmente più basso rispetto ad altri Paesi”, precisano i vertici dell’Aifa. Nel Rapporto OsMed sulla farmaceutica si colgono, da un lato, segnali positivi, come i progressi nelle terapie avanzate, e nei farmaci per le malattie rare rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale, e i risparmi generati dall’ingresso degli equivalenti nelle liste di trasparenza Aifa. Dall’altro, si ripropongono i nodi irrisolti come l’abuso di antibiotici, la crescita delle prescrizioni pediatriche di psicofarmaci e la difficoltà nel promuovere l’uso dei generici.

La prospettiva è quella di coniugare innovazione e sostenibilità, garantendo accesso equo alle cure, promuovendo l’appropriatezza prescrittiva e rafforzando la cultura del farmaco come strumento di salute, scoraggiando il consumismo fine a se stesso. Un equilibrio delicato, che richiede maturità, conoscenze aggiornate e senso di responsabilità da parte di tutti gli attori del sistema.

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