Dall’ospedale alla casa: a partire da questo mese di novembre a Napoli sono riprese le attività sanitarie e assistenziali domiciliari a pazienti fragili e oncologici. Una sperimentazione che sposa i concetti chiave del Dm 77 del 2022 che nel post Covid ha individuato nel domicilio il primo luogo di cura. La novità è che ad essere coinvolti, oltre a specialisti, medici e infermieri di ospedali e Asl ci sono anche i professionisti delle 18 professioni sanitarie dei tecnici di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e prevenzione. Tra essi dietisti, igienisti dentali, podologi assistenti sanitari ma anche psicologi. Un servizio assicurato anche agendo sulla leva del teleconsulto medico con medici oncologi e pneumologi, chirurghi. Il progetto assistenziale sanitario “Dall’Ospedale alla casa” è ideato e diretto dall’associazione di promozione sociale Agenzia Arcipelago (responsabile lo psicologo Giuseppe Errico e la dottoressa Angela La Torre), nata nel 1999, insieme ad una rete di partenariato sociale (Odv Movimento Famiglia, Aps Phenomena Hub, Aps Istituto di psicologia e ricerche sociosanitarie- IPERS, Fondazione Centro studi Valetudo, Associazione Ascam, Aps Dimensione civica). Il progetto, finanziato dalla Regione Campania (Avviso pubblico per la promozione e il sostegno di iniziative e progetti di rilevanza locale in favore di organizzazioni di volontariato (OdV), di associazioni di promozione sociale (APS) e di fondazioni Ets/Onlus) prevede un programma assistenziale sulla salute, strategico-territoriale e a domicilio per pazienti cronici e oncologici ed è appunto attuato grazie ad una rete di partenariato che assicura, tramite i propri collaboratori ed esperti il costante appoggio e il sostegno nella realizzazione di piani di salute.
“Nel percorso “dall’ospedale a casa” molte sono le difficoltà che il paziente e i caregiver devono affrontare – sottolinea Giuseppe Errico – sempre più spesso i pazienti cronici (che subiscono un periodo di ospedalizzazione più o meno prolungato) sono dimessi direttamente dall’ospedale al domicilio. Questo fenomeno è senza dubbio legato alle sempre più limitate risorse economiche che, in ambito regionale, e incidono sull’assistenza con forti ripercussioni a livello territoriale. Dopo l’attivazione delle dimissioni dei pazienti dagli ospedali pubblici si dovrebbe garantire quello che oggi viene definito come appropriatezza di percorso attraverso un costante monitoraggio sanitario e la valutazione di una serie di parametri clinici, funzionali, sociali, direttamente al domicilio, con eventuale integrazione di cure di prossimità”.
Il progetto viene come detto supportato da un team multidisciplinare di medici, psicologi e professionisti sanitari, volontari e collaboratori, che interviene online e al domicilio dei pazienti cronici (cinquanta pazienti cronici e oncologici) per identificarne le problematiche e le necessità e programmare con loro e i familiari un intervento multi-specialistico personalizzato, mirato al prendendosi cura della persona da un punto di vista globale. “L’importanza di un teleconsulto medico, uno sportello di ascolto psicologico e l’assistenza domiciliare sono elementi spesso sottovalutati rispetto ad un paziente, soprattutto se cronico, che rientra a casa dopo un periodo di ricovero ospedaliero più o meno prolungato” conclude Errico.
Un modello innovativo, strategico ed esportabile per l’assistenza ai pazienti cronici al loro rientro a casa che interconette Sanità pubblica, il mondo del sociale (gli esperti soprattutto dell’aps Agenzia Arcipelago, gli psicologi, aps Ipers, i sociologi (Aps Dimensione Civica) e i professionisti sanitari (podologo, dietista, terapica occupazionale, logopedista, ecc.) E delleFondazione Valetudo. Fondamentale è la collaborazione in corso con il chirurgo Francesco Corcione, già presidente della Società Italiana di Chirurgia riconosciuto come uno dei pionieri in Italia della chirurgia mininvasiva e gli oncologi dell’Unità di Oncologia del Monaldi diretta da Vincenzo Montesarchio.
Tra le principali attività previste dal progetto: teleconsulto diagnostico specialistico (medico, psicologico, sanitario); informazioni e accompagnamento agli esami strumentali; lo Sportello per l’assistenza domiciliare con i professionisti sanitari (promozione della tutela sanitaria e inclusione dei pazienti).
Durante il percorso è previsto il corso “InFormazione per i caregiver “a cura di Agostino Saselle, sociologo, esperto in politiche sanitarie, al fine di valorizzare la resilence e l’empowerment del caregiver quale figura centrale nella cura del paziente. Il caregiver è una figura essenziale, molto spesso una persona cara, vicina al malato, che dovrà adempiere a compiti specifici e gravosi, senza aver mai ricevuto un’adeguata formazione. Prendersi cura di una persona malata infatti non è semplice, richiede la capacità di adattarsi continuamente alle sue esigenze in funzione dell’evoluzione della malattia.
«Per i pazienti cronici, soprattutto per i loro familiari – lo psicologo psicoterapeuta Giuseppe Errico – il ritorno immediato al domicilio rappresenta una tappa positiva importante ma a volte, comprensibilmente, un evento vissuto con profondo disagio, angoscia e preoccupazione, poiché si trovano improvvisamente e, frequentemente senza il loro medico di riferimento (lo specialista ospedaliero) e una adeguata preparazione, a dover affrontare e gestire problemi irrisolti di varia natura. In molti casi il paziente viene dimesso in condizioni cliniche ancora non ottimali e, una volta a casa, non può fare altro che rivolgersi al proprio medico di famiglia che, oberato da numerosi impegni ed attività, non sempre riesce a rispondere a tutte le necessità del paziente, soprattutto se di ordine strettamente specialistico”
«Il paziente cronico – continua la dottoressa Angela La Torre – responsabile del progetto e presidente dell’Aps Agenzia Arcipelago – ha sempre necessità di essere ascoltato e di riacquistare, totalmente o in parte, alcuni aspetti funzionali ed autonomie che si sono inevitabilmente persi o ridotti con la malattia cronica. A dovere affrontare questi problemi e difficoltà sono, purtroppo, spesso i pazienti e i soli familiari che devono essere sostenuti anche per acquisire abilità e competenze per la gestione del loro parente. Il progetto intende dare, pertanto, una risposta concreta di ascolto e intervento fornendo agli utenti, medici, psicologi e professionisti sanitari a casa. tutto ciò anche per andare al di là del muro di solitudine di tante persone»





