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Influenza, la stagione invernale si fa sentire: sintomi più intensi, virus aggressivi

Quasi un milione di nuovi casi segnalati nell’ultima settimana: cresce la pressione sugli ospedali. L’Istituto Superiore di Sanità: “Ci avviciniamo al picco, anziani più esposti”



La stagione
invernale 2025‑2026 si sta rivelando una delle più impegnative dell’ultimo decennio, caratterizzata da un mix di virus respiratori che colpiscono con sintomi più intensi e prolungati rispetto agli anni precedenti. I medici di famiglia e gli infettivologi lo ripetono da settimane: febbre alta improvvisa, tosse insistente, dolori muscolari marcati, forte spossatezza e una quota crescente di disturbi gastrointestinali – nausea, diarrea, crampi addominali – stanno definendo il quadro clinico di questa ondata. A circolare con maggiore intensità sono soprattutto i sierotipi influenzali A/H1N1 e A/H3N2, affiancati da Rhinovirus, Virus respiratorio sinciziale e Adenovirus, che contribuiscono a un mosaico di infezioni sovrapposte.

Nonostante gli appelli alla vaccinazione, molti si ritrovano comunque a letto con l’influenza. Gli esperti ricordano che il vaccino non elimina il rischio di contagio, ma riduce in modo significativo la probabilità di forme gravi e complicanze. Per chi si ammala, le raccomandazioni restano quelle consolidate: riposo, idratazione abbondante, uso corretto degli antipiretici quando necessario e attenzione ai segnali di allarme, soprattutto nei soggetti fragili. “La protezione vaccinale resta la nostra arma più efficace, ma serve anche responsabilità individuale”, ha ribadito nei giorni scorsi Tecla Mastronuzzi della SIMG, Società Italiana di Medicina Generale, sottolineando l’importanza di isolarsi in caso di sintomi e, per tutti, di avvicinarsi sempre con le dovute cautele: igiene delle mani, attenzione ai luoghi affollati durante le settimane di massima circolazione virale, rispetto delle distanze se c’è tosse o raffreddore. Dalla Simit è arrivato un monito analogo: “La circolazione virale è intensa, e questo richiede prudenza”, avverte Massimo Crapis, coordinatore della Rete provinciale malattie infettive di Ferrara, “il peso dei virus respiratori è spesso sottovalutato, invece l’influenza non è mai banale”.

Contagi, la curva continua a salire

Le infezioni respiratorie acute continuano a moltiplicarsi in modo significativo. Secondo gli ultimi dati del rapporto RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, nella settimana dal 15 al 21 dicembre sono stati registrati circa 950 mila nuovi casi, un incremento netto rispetto ai sette giorni precedenti. L’incidenza ha raggiunto 17,1 casi per 1.000 assistiti, contro i 14,7 della settimana precedente, confermando un andamento in linea con le aspettative stagionali ma con numeri più elevati rispetto al 2024.

L’aumento riguarda tutte le fasce d’età, ma come ogni anno i bambini sotto i cinque anni restano i più colpiti, con circa 50 casi per 1.000 assistiti. Dall’inizio della sorveglianza, i casi totali hanno raggiunto quota 5,8 milioni, un dato che fotografa la diffusione capillare dei virus respiratori sul territorio nazionale.

Parallelamente, le Regioni che monitorano gli accessi al pronto soccorso – Veneto, Friuli‑Venezia Giulia, Liguria, Emilia‑Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo e Sicilia – segnalano un aumento sia degli ingressi sia delle ospedalizzazioni per sindromi respiratorie nella settimana 8‑14 dicembre, con valori superiori a quelli registrati nello stesso periodo della stagione precedente.

Anna Teresa Palamara: “Recrudescenza dei coronavirus”

“I dati ci mostrano che ci stiamo avvicinando al picco dei casi, che verosimilmente verrà toccato nelle prossime settimane, in cui ci aspetta una circolazione sostenuta dei virus respiratori come atteso per il periodo”, commenta Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. “Purtroppo, come segnalato da alcune Regioni, anche quest’anno all’aumento del numero di casi corrisponde un aumento nel numero di accessi al pronto soccorso e ospedalizzazioni soprattutto per le persone più anziane”.

Il quadro epidemiologico conferma un’elevata positività ai virus influenzali sia nella comunità (31,5 per cento) sia nel flusso ospedaliero (46,2 per cento). Nella popolazione generale, i virus più rilevati restano quelli influenzali, seguiti da Rhinovirus, Virus respiratorio sinciziale e Adenovirus. Negli ospedali, oltre ai virus influenzali e ai Rhinovirus, si registra una presenza significativa di Coronavirus diversi da Sars‑CoV‑2. Per influenza e Covid‑19, i tassi di positività più alti si osservano nella fascia d’età sopra i 65 anni, confermando la maggiore vulnerabilità degli anziani.

Vaccinazioni e precauzioni: invito alla prudenza

L’Istituto Superiore di Sanità ricorda che è tuttora in corso la campagna vaccinale contro Covid‑19 e influenza, rivolta in particolare alle categorie a rischio, comprese tutte le persone sopra i 60 anni. In un periodo caratterizzato da incontri familiari e convivialità, la direttrice Palamara invita alla cautela: “Soprattutto in questi giorni in cui le occasioni di incontro e di convivialità possono favorire la trasmissione dei virus respiratori, ricordiamo che alcune semplici precauzioni sono utili a ridurre il rischio di contagio, dall’aerazione dei locali al lavaggio delle mani al rispetto della cosiddetta etichetta respiratoria, tutte informazioni che abbiamo riportato sui nostri canali informativi”.

La stagione influenzale non ha ancora raggiunto il suo apice, ma i segnali indicano che le prossime settimane saranno cruciali. La combinazione tra alta circolazione virale, festività e condizioni climatiche favorevoli alla diffusione dei patogeni impone un’attenzione costante. La sfida, come sempre, è proteggere i più fragili e ridurre la pressione su un sistema sanitario che, ancora una volta, si trova a fronteggiare un inverno complesso.

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