Nel 2024 i corsi contro gli abusi d’infanzia supportati da Menarini compiono otto anni. Obiettivo, formare 15.000 medici di famiglia e pediatri per salvare quanti più bambini possibile da destini altrimenti segnati
La rete italiana “Salvabimbi” continua a crescere e rafforzarsi: a otto anni dall’inizio del progetto, sostenuto dal contributo non condizionante di Menarini e patrocinato dalla Società Italiana di Pediatria (SIP), aumenta il numero di operatori sanitari in grado di riconoscere e gestire le violenze sui minori, anche quelle più nascoste.
In Italia 9 bambini su 100 sono oggetto di violenze e abusi
Con 75 corsi e 600 ore di formazione erogate in 41 città italiane, migliaia di pediatri sentinella sono ora capaci di identificare i segnali di abuso in bambini e adolescenti. “Dal 2016, siamo orgogliosi di supportare questo progetto, con l’obiettivo di formare 15.000 medici, pediatri e specializzandi”, affermano Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, azionisti e membri del Board di Menarini. Si stima che circa 9 bambini su 100 siano vittime di maltrattamenti. Per questo il progetto, il primo e più longevo al mondo nel suo genere, continuerà anche nel 2024, con l’obiettivo di rendere la rete “Salvabimbi” ancora più capillare ed efficiente. Un esempio di tale evoluzione è l’introduzione dei primi protocolli standardizzati di Pronto Soccorso per individuare maltrattamenti, oltre alla creazione dei primi corsi universitari dedicati alle violenze sui minori.
Formazione operativa per riconoscere i segnali d’abuso
I corsi, strutturati in giornate di lezioni frontali, video-simulazioni ed esercitazioni pratiche, forniscono agli operatori sanitari gli strumenti per riconoscere i segnali di abuso e intervenire tempestivamente a tutela delle vittime. Pietro Ferrara, coordinatore nazionale dei corsi e referente della SIP per gli abusi sui minori, spiega: “Grazie al progetto, sono stati sviluppati e implementati percorsi e protocolli standardizzati di Pronto Soccorso per riconoscere violenze fisiche e sessuali”. Un’indagine condotta in 148 ospedali di 29 Paesi, Italia compresa, ha evidenziato che metà delle strutture non dispone di strumenti adeguati per identificare abusi su minori. I corsi formativi stanno colmando questa lacuna, con ospedali come il Sant’Eugenio di Roma e altre strutture di Napoli, Palermo, Pisa e Perugia che hanno già attivato percorsi dedicati. Inoltre, sono stati avviati cicli di formazione specifica nei corsi di laurea in medicina e nelle scuole di specializzazione in pediatria, così da preparare i futuri medici ad affrontare questo delicato tema.
Superato il tabù delle segnalazioni
Riconoscere i segnali degli abusi è fondamentale, ma altrettanto importante è la segnalazione. In passato, i medici potevano avere difficoltà non solo a riconoscere i segnali d’allarme, ma anche a gestirli, spesso frenati dalla paura di ripercussioni medico-legali o dal rapporto con la famiglia della vittima. Grazie al progetto e alla formazione, questo tabù è stato superato. “Ora i medici sono più sicuri, sia dal punto di vista clinico, conoscendo meglio i segni dei maltrattamenti, sia dal punto di vista legale, grazie a percorsi chiari e standardizzati”, aggiunge Ferrara.
Facing Abuse 3.0: le tappe del 2024
Il 2024 segna l’ottavo anno dei corsi contro gli abusi sui minori “Facing Abuse 3.0” supportati da Menarini e con il patrocinio della SIP. L’edizione di quest’anno è partita il 31 maggio a Bologna, proseguendo a Roma, Udine e Perugia. Fino a dicembre, i corsi toccheranno altre 7 città italiane, tra cui Como, Palermo, Torino, Potenza, Olbia, Savona e Firenze. Ogni corso si articolerà in 5 sessioni, ognuna dedicata a una specifica forma di abuso e alle responsabilità medico-legali legate alle segnalazioni.
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