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Accelerare diagnosi e trattamenti per l’orbitopatia basedowiana


Andrea Frasoldati (IRCCS Reggio Emilia): “Il tempo è un fattore critico sia nella diagnosi che nella gestione terapeutica”.

L’innovazione organizzativa in sanità è un fattore chiave per garantire diagnosi tempestive e cure efficaci in presenza di patologie complesse, come l’orbitopatia basedowiana. Il tema è stato approfondito da Andrea Frasoldati, Direttore dell’UOC di Endocrinologia presso l’IRCCS Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Secondo il professor Frasoldati, uno dei maggiori ostacoli oggi è il fattore tempo, che incide su due livelli fondamentali del percorso di cura: quello diagnostico e quello terapeutico. “Il tempo è importante perché in alcuni casi l’orbitopatia compare prima ancora della patologia tiroidea, che normalmente guida la diagnosi. In questi scenari, è spesso l’oculista il primo specialista a incontrare il paziente, ma non sempre è in grado di riconoscere immediatamente la natura autoimmune della malattia oculare”, ha spiegato Frasoldati.

Diagnosi precoce e collaborazione multidisciplinare

Proprio per questo motivo, risulta essenziale una stretta collaborazione tra oculisti, endocrinologi e altri specialisti. La creazione di percorsi organizzativi integrati, basati sulla condivisione rapida delle informazioni cliniche, è uno degli obiettivi chiave dell’innovazione organizzativa in sanità. “Anche negli ambulatori endocrinologici più efficienti, con buona disponibilità di accesso, il tempo può rappresentare un freno: lo specialista spesso preferisce attendere prima di iniziare un trattamento antinfiammatorio, rimandando una decisione terapeutica che invece potrebbe essere cruciale”, ha sottolineato Frasoldati.

Ritardi che possono compromettere l’efficacia terapeutica

Il ritardo nell’avvio delle cure, spesso legato a incertezze diagnostiche o a un approccio troppo attendista, può allungare i tempi di intervento anche di diversi mesi. Questo è particolarmente problematico, perché l’orbitopatia basedowiana, nelle sue fasi iniziali, risponde meglio alle terapie immunosoppressive e antinfiammatorie. In un contesto di risorse sanitarie limitate, la tempestività rappresenta non solo un vantaggio clinico, ma anche una leva di sostenibilità del sistema.

Innovazione organizzativa per migliorare i percorsi di cura

L’adozione di modelli organizzativi più agili, in grado di ridurre i tempi tra la comparsa dei sintomi e l’avvio del trattamento, può fare la differenza nell’evoluzione clinica del paziente. L’esperienza di Frasoldati sottolinea l’urgenza di ripensare i flussi interni alle strutture sanitarie e promuovere la formazione trasversale tra specialisti. “Solo così – ha concluso – sarà possibile garantire una sanità pubblica equa, sostenibile e di alta qualità, anche in ambiti ultraspecialistici come l’endocrinologia oftalmologica”.

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