Si celebra oggi 17 novembre la giornata mondiale della prematurità e l’associazione Piccoli Passi presieduta dal professore Claudio Fabris, organizza al Polo del ‘900, in via del Carmine 14 a Torino, alle 16,30, un incontro aperto a tutti per sensibilizzare e informare sul tema. Tra sfide e difficoltà, opportunità ed esempi virtuosi, l’alleanza con le famiglie è un elemento importante, perché è proprio attorno alle famiglie e ai loro piccoli che si costruisce la rete della solidarietà, dell’assistenza e della cura per garantire ai piccoli pazienti la migliore qualità di vita.
Ogni anno 13 milioni di bambini nascono prematuri. La giornata mondiale della prematurità è stata istituita dall’Organizzazione Europea che raccoglie le associazioni dei genitori di neonati prematuri EFCNI (European Foundation for the Care of the Newborn Infants) e dalle corrispondenti organizzazioni statunitense, australiana e africana. In Italia l’iniziativa è sostenuta dalla Società italiana di neonatologia (Sin) e da Vivere (Coordinamento nazionale delle associazioni dei genitori per la neonatologia), di cui è membro l’Associazione Piccoli Passi.
L’obiettivo della giornata mondiale della prematurità è quello di sensibilizzare a livello mondiale le istituzioni e la popolazione sulle sfide che comporta la nascita prematura e sulle azioni atte a migliorare l’assistenza dei bambini prematuri e delle loro famiglie. In questa data, in contemporanea nel mondo, individui e organizzazioni provenienti da più di 100 Paesi uniscono le loro forze impegnandosi in attività ed eventi speciali.
Il tema scelto quest’anno dall’EFCNI per la Giornata (“Accesso a cure di qualità ovunque”) è quello della miglior qualità assistenziale da offrire ad ogni neonato pretermine. La sfida è quella di garantire la stessa qualità delle cure, in ogni realtà, a tutti i neonati e alle loro famiglie, in modo che ogniluogo sia “il posto giusto” che fornisce “cure giuste” al “momento giusto”.
Il miglioramento dell’assistenza ostetrica e neonatologica ha portato ad un’aumentata sopravvivenza dei neonati prematuri, che tuttavia rappresentano una popolazione ad alto rischio di esiti a distanza, a breve e a lungo termine (problematiche respiratorie, di crescita, neurologiche).
La qualità di vita di questi neonati dipende non solo dai progressi tecnologici, ma anche da un modello assistenziale globale, che si “prenda cura” (“care”) della madre durante la gravidanza, e dei neonati e delle loro famiglie, sia nel corso del ricovero, sia dopo la dimissione. Nonostante siano disponibili standard organizzativi e assistenziali, sia italiani che europei, la loro applicazione è ancora molto disomogenea, nel mondo e in Italia.