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Agenas prevede postazioni di telemedicina in ogni ambulatorio

Agenas prevede postazioni di telemedicina in ogni ambulatorio Incremento dei costi e congiuntura frenano la spinta del PNRR.

L’utilizzo delle tecnologie digitali nel settore sanitario sta registrando un rapido sviluppo in tutto il mondo, e l’Italia sta dimostrando di essere in prima linea in questo ambito. Secondo l’annuncio del direttore generale di Agenas, Domenico Mantoan, entro i primi tre mesi del 2024 ogni medico che lavora con il servizio sanitario nazionale avrà a disposizione una postazione di telemedicina nel suo ambulatorio.

Questa novità coinvolgerà non solo i medici dipendenti, ma anche i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e gli specialisti. Anche gli infermieri saranno dotata di analoga strumentazione. Le postazioni di telemedicina saranno costituite da un computer con un programma speciale, piattaforma fornita da Agenas, grazie ai finanziamenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Ma qual è l’obiettivo di questa digitalizzazione del settore sanitario? Secondo Mantoan, tutti i dati raccolti dalle postazioni di telemedicina saranno utilizzati per aggiornare il fascicolo sanitario elettronico individuale. Questo significa che ogni persona avrà a disposizione un tesserino con tutte le informazioni personali, che potranno essere facilmente accessibili in qualsiasi momento.

La telemedicina rappresenta un’opportunità straordinaria per migliorare l’accessibilità e l’efficienza dei servizi sanitari, sveltire le risposte e abbassare i costi, ma deve fare i conti con la resistenza al cambiamento opposta dalla macchina che alimenta la burocrazia. Grazie alle postazioni di teleassistenza, i medici potranno erogare consulenze a distanza, e monitorare la salute dei loro pazienti senza che sia necessario uno spostamento fisico. Questo significa che si potranno ridurre i tempi di attesa per le visite specialistiche, si potranno offrire servizi di telemonitoraggio per le persone anziane o con patologie croniche, anche nelle zone rurali o meno accessibili. Ma siamo pronti per l’ennesima doccia fredda? Eccola qui. Nel piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) dovrà essere apportato un ridimensionamento a causa dell’incremento dei costi legati alla congiuntura. È quanto previsto dalla bozza sulle proposte di revisione.

Tra gli interventi che saranno ridotti figurano i finanziamenti per le infrastrutture, incluse le Case della Salute e la telemedicina, nonché i progetti di rafforzamento antisismico negli ospedali. Tuttavia, alcune delle voci eliminate dai target saranno finanziate attraverso fondi destinati all’edilizia sanitaria.

La bozza evidenzia che il numero delle Case della Comunità, strutture destinate all’assistenza sanitaria territoriale, passerà da 1.350 a 936 interventi a causa dell’aumento dei costi di investimento e dei tempi di attuazione. Anche gli interventi per l’ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero subiranno una riduzione.

La proposta di modifica prevede inoltre una riduzione degli investimenti per il rafforzamento antisismico delle strutture ospedaliere, a causa dell’incremento dei costi. Inizialmente, la Missione 6 era imperniata su due componenti: C1, dedicata alle reti di prossimità, alle strutture e alla telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale, e C2, incentrata sull’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione del servizio sanitario nazionale. Entrambe le componenti erano state assegnate rispettivamente 7 e 8,63 miliardi di euro, per un totale di 15,63 miliardi.

Tuttavia, secondo il documento, nel 2022 il rialzo dei prezzi delle materie prime, aggravato dalla crisi energetica causata dal conflitto russo-ucraino, ha comportato un aumento dei costi degli investimenti previsti dal PNRR. Questo si riflette anche sulle opere di edilizia sanitaria. Ad esempio, per le Case della Comunità si è registrato un incremento dei costi di costruzione che oscilla tra il 24% e il 66% a seconda delle regioni considerate.

Inoltre, il contesto attuale pone sfide di attuazione non solo per le strutture sanitarie, ma anche per i progetti di transizione digitale, come la telemedicina, che richiedono interventi edili per la preparazione dei locali. A ciò si aggiungono le criticità nelle catene di approvvigionamento delle materie prime.

Nonostante queste difficoltà, le modifiche proposte mirano a preservare l’ambizione della missione Salute e a realizzare appieno quanto previsto dal Decreto ministeriale n. 77/22, rendendo le strutture territoriali pienamente funzionanti ed operative.

Ricapitolando: il ridimensionamento della Missione 6 del PNRR, causato dall’aumento dei costi e dalla congiuntura, mette in risalto la necessità di ridistribuire le risorse e puntare su telemedicina e tecnologie digitali, al fine di garantire un servizio sanitario che risponde alle esigenze della popolazione.

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