Non è una condizione grave se diagnosticata presto, diversamente può essere necessario il ricovero ospedaliero per un 10% circa dei casi
Nei mesi freddi le vie respiratorie dei bambini sono sotto attacco. Insieme a influenza e raffreddore, in questo periodo normalmente si registra anche l’aumento dei casi di altre malattie potenzialmente molto pericolose. Ecco perché l’attenzione verso i nostri figli deve essere tanta e, se i sintomi persistono, è bene rivolgersi quanto prima al pediatra di fiducia.
Sos bronchiolite
“Una delle complicazioni dell’influenza nei bimbi sotto i due anni d’età è il virus respiratorio sinciziale” – spiega Giuseppe Mele, Presidente della Società Italiana Medici Pediatri (SIMPE). “Si tratta di un’infiammazione della mucosa bronchiale ed è la causa più frequente della bronchiolite, che rappresenta circa l’11% di tutte le malattie respiratorie. Premettiamo subito: non è una condizione grave se diagnosticata presto, diversamente può essere necessario il ricovero ospedaliero per un 10% circa dei casi. I sintomi da attenzionare sono: respiro affannato, inappetenza, febbre e tosse persistente. Se presenti, non bisogna assolutamente aspettare che passino da soli, ma occorre rivolgersi al medico. La cura, la maggior parte delle volte, può essere eseguita a casa: antipiretici in caso di febbre, lavaggi nasali ed eventualmente aerosol con soluzione ipertonica. Sarà il pediatra a valutare la possibile introduzione di antibiotici e cortisone”.
Quando si tratta di bronchite
Nei bimbi più grandicelli, invece, l’influenza può degenerare in bronchite, ossia nell’infiammazione della mucosa che riveste i bronchi. “I sintomi in questo caso sono tosse grassa, difficoltà a respirare, vomito, inappetenza, febbre”, precisa il pediatra. “La forma acuta dura in media 1-2 settimane. La causa più frequente è un’infezione virale, ma può essere anche di natura batterica o asmatica/allergica. Qualora i sintomi e la visita facessero pensare a una bronchite batterica, il medico prescriverà l’antibiotico ed eventualmente anche il cortisone e l’aerosol. Qualora invece il medico diagnosticasse una bronchite virale o asmatica, la cura servirà a placare i sintomi collegati all’infezione. Sarà comunque sempre e solo il pediatra, che conosce la storia del paziente, a indicare la terapia più idonea. Va evitato assolutamente il fai da te e il passaparola tra mamme”.
Regole per aiutare la guarigione
I genitori possono seguire poche e semplici regole per aiutare la guarigione. Idratazione, riposo e uso di fibre naturali, come spiega il dottor Mele: “Evitare che il bimbo sudi e si asciughi addosso. Sì ai bagnetti caldi: i vapori aiutano a liberare le vie aeree. Una sana alimentazione farà il resto. No all’uso incondizionato di antipiretici. La febbre è un meccanismo di difesa e serve a uccidere virus e batteri. Evitare quindi l’antipiretico alla prima linea di febbre. In alcuni casi tale farmaco va somministrato anche con rialzi minori (in bimbi che soffrono di convulsioni febbrili per esempio), ma vale sempre la regola della fiducia nel pediatra: sarà il primo passo verso la ripresa”.
La prevenzione e il vaccino antinfluenzale Ciò premesso, è importante giocare d’anticipo sui virus stagionali. Per rafforzare le difese immunitarie occhio all’alimentazione dei nostri piccoli: frutta, verdura, fibre, proteine e carboidrati in giusto equilibrio. È bene poi che facciano sport, un toccasana per mente e corpo già da bambini e che passino tempo all’aria aperta, anche nella stagione fredda. Gli ambienti chiusi favoriscono la proliferazione dei virus, mentre una giornata sul prato anche in inverno è ideale. Importante è anche il vaccino antinfluenzale, che può essere somministrato con serenità dal primo anno di vita. “Ultimo suggerimento, ma importantissimo, il lavaggio delle mani”, ricorda Mele. Una corretta igiene, come è stato dimostrato da molti studi e ricerche, riduce l’impatto di queste malattie.
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