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Cervello: l’Italia guida la più grande rete europea di ricerca


Obiettivo, scoprire nuovi trattamenti e biomarcatori per le malattie neurologiche, partendo dallo studio delle singole molecole, fino ad arrivare alla comprensione delle interazioni sociali e dei comportamenti.  

L’Italia è oggi al centro della più grande e innovativa rete europea di ricerca sul cervello, grazie al progetto MNESYS. Questo ambizioso programma, che sta triplicando i centri di ricerca coinvolti, ha come obiettivo lo sviluppo di test e terapie per trattare malattie neurologiche come Alzheimer, Parkinson e altre patologie neurodegenerative. Con oltre 90 centri scientifici coinvolti e 600 pubblicazioni attive, MNESYS si sta affermando come un faro della ricerca sul cervello, sostenuto da un finanziamento record di 115 milioni di euro dal PNRR.

Grande passo nella ricerca neuroscientifica

MNESYS rappresenta la punta di diamante della ricerca italiana sul cervello, con la partecipazione di università, istituti di ricerca, ospedali e aziende in tutta Italia. L’obiettivo è quello di scoprire nuovi trattamenti e biomarcatori per le malattie neurologiche, partendo dallo studio delle singole molecole fino ad arrivare alla comprensione delle interazioni sociali e dei comportamenti. Recentemente, sono stati coinvolti oltre 60 nuovi centri di ricerca, tra cui prestigiose istituzioni come l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), l’Università Cattolica del Sacro Cuore e il CNR di Roma. Questa espansione ha portato la rete a diventare il più grande programma di ricerca sul cervello in Europa.

Scoperte promettenti e applicazioni innovative

I risultati preliminari della ricerca sono estremamente promettenti. Ad esempio, uno degli approcci più innovativi di MNESYS è l’utilizzo di cervelli “in miniatura”, creati da cellule staminali pluripotenti riprogrammate in neuroni, per testare nuove terapie contro le malattie neurodegenerative. Questi organoidi cerebrali permettono ai ricercatori di simulare le patologie neurologiche e testare i farmaci in modo più accurato e meno invasivo rispetto ai metodi tradizionali. Uno degli studi di punta riguarda la malattia di Alzheimer, in cui la ricerca sta esplorando il ruolo dell’infiammazione nel cervello, identificando possibili nuovi bersagli terapeutici. Allo stesso modo, la ricerca sul Parkinson si concentra sul miglioramento delle difficoltà che i pazienti incontrano nell’esprimere e riconoscere le emozioni facciali, un aspetto fondamentale per la comunicazione sociale.

Prevenzione e innovazione per i neonati prematuri

Un’altra area innovativa di ricerca riguarda la prevenzione dei disturbi neurologici nei neonati prematuri. Gli scienziati stanno studiando l’effetto di diete ricche di antiossidanti, come olio d’oliva e soia, per ridurre i danni cerebrali nei bambini nati prematuri. Il progetto si concentra sull’importanza dei lipidi, in particolare la mielina, un rivestimento protettivo delle fibre nervose, che può essere compromesso nei neonati prematuri. Grazie alla nutrizione parenterale, i ricercatori cercano di capire come migliorare il loro sviluppo neurologico, utilizzando tecniche avanzate come la risonanza magnetica.

L’uso delle nuove tecnologie

La ricerca sulla malattia di Alzheimer sta anche beneficiando delle nuove tecnologie, come la creazione di avatar digitali del cervello umano per studiare le risposte ai farmaci e le malattie neurologiche. Grazie a queste tecnologie, i ricercatori sono riusciti a identificare biomarcatori in grado di prevedere lo sviluppo della sclerosi multipla e a scoprire nuovi trattamenti per Alzheimer e altre malattie. Ma MNESYS non si ferma qui. Con circa 300 progetti attivi e altri 200 ricercatori assunti in un anno, la rete sta crescendo rapidamente. Il progetto si prefigge di sviluppare soluzioni terapeutiche sempre più personalizzate, grazie a un approccio “multi-scala” che spazia dalla genetica alla medicina, passando per l’analisi dei modelli animali e degli studi di popolazione. La ricerca sul cervello, con la partecipazione di scienziati italiani e la creazione di centri di ricerca innovativi, sta accelerando verso nuove scoperte che potrebbero cambiare radicalmente il trattamento delle malattie neurologiche. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita dei pazienti, contribuendo in modo tangibile al benessere della società.

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