Dagli ultimi dati monitorati, in Piemonte in proiezione si stimano circa 2mila casi di infezioni del sito chirurgico. Pratiche facili ed efficaci (bundle care) come la corretta tricotomia, la doccia del paziente, la disinfezione del campo operatorio, il controllo dell’antimicrobico profilassi e l’applicazione del Protocollo ERAS, hanno dimostrato di ridurre in maniera significativa il loro impatto
Il fenomeno delle infezioni del sito chirurgico è un fenomeno importante che va affrontato a livello multidisciplinare e multiprofessionale, interessando chirurghi di diverse specialità, direttori sanitari, responsabili di farmacie ospedaliere, responsabili di Asl e infermieri, come è avvenuto nel corso della tavola rotonda del convegno del 16 dicembre a Torino.
Secondo Felice Borghi, Direttore Chirurgia Oncologica Istituto di Candiolo (To) IRCCS, che è intervenuto al convegno “Antimicrobico resistenza: l’importanza della prevenzione delle infezioni del sito chirurgico”, organizzato da Motore Sanità, grazie al contributo non condizionato di Johnson & Johnson MedTech e LCM, si può migliorare la strategia regionale piemontese nel ridurre in maniera consistente i casi di infezioni del sito chirurgico attraverso altre importanti strategie.
Abbiamo ascoltato ai microfoni di Mondosanità il professore Felice Borghi.





