La Corte dei Conti ha dato il via libera all’Accordo collettivo nazionale (ACN) per la medicina generale per il triennio 2022-2024. Ora si aspetta solo l’approvazione definitiva in Conferenza Stato-Regioni, prevista per il prossimo 15 gennaio. L’ACN dovrebbe diventare operativo con nuove regole e strumenti per l’organizzazione dell’assistenza territoriale e prevede l’adeguamento delle retribuzioni al 2024 e la possibilità di definire l’Atto di indirizzo 2025-2027. La “bollinatura” della Corte dei Conti sull’ipotesi di Accordo collettivo nazionale per la disciplina dei rapporti con i Medici di medicina generale (triennio 2022-2024) rappresenta un passaggio decisivo dell’iter che deve ora arrivare, senza ulteriori rinvii, all’intesa finale. «L’ACN deve diventare ora operativo a tutti gli effetti – commenta Silvestro Scotti, segretario generale della Fimmg, il principale sindacato di categoria. È necessario che già nella prima seduta utile della Conferenza Stato-Regioni, fissata per giovedì 15 gennaio 2026, l’approvazione definitiva dell’Accordo sia inserita formalmente all’ordine del giorno e portata a conclusione». «Il via libera della magistratura contabile certifica la sostenibilità dell’impianto e consente di superare la fase tecnica. “Adesso serve una scelta politica e istituzionale: rendere esigibili le nuove regole e i nuovi strumenti previsti dall’ACN, che incidono sull’organizzazione dell’assistenza territoriale e sulla capacità del Servizio sanitario di rispondere ai bisogni dei cittadini», prosegue Scotti.
Nel contesto attuale, Fimmg ribadisce inoltre il malcontento già espresso unitamente agli specialisti ambulatoriali (Sumai), ai pediatri di libera scelta (Fimp) e alla dirigenza medica e sanitaria (Anaao Assomed e Cimo-Fesmed) per una manovra economica che «ha trascurato ancora una volta il lavoro e la dignità professionale di chi garantisce ogni giorno l’assistenza nel SSN, con il Ministero dell’Economia e delle Finanze percepito come determinante nel definire i margini di intervento». Per la Fimmg «non si può chiedere al territorio di reggere l’urto delle liste d’attesa, della cronicità e della carenza di personale senza mettere in campo misure coerenti e senza dare piena efficacia agli accordi già costruiti e ora certificati e di fatto già passati, visto che parliamo di adeguamento delle retribuzioni al 2024 e ci pare che tra pochi giorni siamo al 2026.
L’approvazione dell’ACN in Conferenza Stato-Regioni è un atto dovuto e urgente anche perché si possa provvedere immediatamente a mettere in campo il lavoro per la definizione dell’Atto di Indirizzo 2025-27; forse così, chiudendo un nuovo ACN entro l’estate, per una volta i medici di famiglia avranno una retribuzione di base coerente con i fondi stanziati per il pubblico impiego e si potrà coinvolgere il Governo ad incentivi ulteriori nelle prossime finanziarie, che rendano più attrattiva una professione che altrimenti rischia di scomparire con conseguenze per la tenuta del nostro SSN», conclude Scotti.





