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Covid e diabete, cosa ci dicono i dati

Purtroppo uno studio francese pubblicato lo scorso 29 maggio, non porta buone notizie sul fronte Covid e diabete. Infatti lo studio che ha analizzato 1317 pazienti ricoverati in 53 ospedali francesi dal 10 al 31 marzo 2020, con diabete positivi a COVID-19, ci dice che oltre il 10% di questi muore entro una settimana e che oltre il 30% richiede ventilazione meccanica.

I partecipanti erano diabetici con diagnosi certa di diabete tipo 2 per quasi il 90%. L’età media era di 70 anni.

L’intubazione tracheale per ventilazione meccanica e / o la morte entro 7 giorni dall’ammissione, si era verificata in 382 pazienti( più negli uomini che nelle donne), mentre 410 era stato il numero dei ricoverati in terapia intensiva entro 7 giorni dall’ammissione in ospedale. Ai ricoveri erano associati sintomi di grave iperglicemia in 132 pazienti e solo 14 invece di ipoglicemie.

Al di la delle osservazioni sulla mortalità/pericolosità di Covid-19 su questi pazienti, che si aggiunge a quelle provenienti da altri studi e che documenta il rischio elevato dei pazienti con malattie croniche e polipatologie, emergono molte utili indicazioni.

I dati di questo studio francese chiamato CORONADO, rivelano infatti che:

  1. l’indice di massa corporea (BMI) era associato con morte o intubazione ad una settimana
  2. non erano associati a rischio di morte i bloccanti del sistema regina-angiotensina-aldosterone (RAAS) cioè i farmaci conosciuti come ace inibitori o spartani.
  3. Non lo erano nemmeno gli inibitori della dipeptidil peptidasi-4, detti farmaci incretinici orali o gliptine
  4. Su altri farmaci abitualmente assunti dai diabetici come ad esempio l’insulina non è emerso nulla di preoccupante.
  5. Per quanto riguarda i farmaci GLP1 inibitori e i più recenti SGLT2 nessun paziente tra quelli studiati li stava assumendo, quindi non vi sono dati utili.
  6. Non è emersa la necessità di interrompere la terapia con metformina per il rischio di acidosi a causa dei pochi casi rilevati e quindi gli autori affermano che questo andrebbe fatto solo nei pazienti ad alto rischio di questo evento avverso.
  7. La presenza di complicanze legate al diabete e l’età avanzata aumentavano il rischio di morte.

Il Prof. Cariou dell’ospedale Laennec di Nantes e coautore dello studio commenta che questo studio, seppur non primo sull’argomento diabete e peggiori esisti di Covid-19, per primo documenta sui pazienti diabetici i fattori prognostici negativi legati agli esiti della pandemia. Tra questi possiamo dire che l’età, il sesso, il BMI, le complicazioni come l’apnea ostruttiva del sonno (OSA), l’ipertensione, l’insufficienza cardiaca sono certamente importanti ed influenzano il rischio di incubazione o morte entro 7 gg dal ricovero.

Non bisogna comunque essere negativi o preoccupati perché conoscendo questi rischi si deve agire piuttosto in modo tale che su questa popolazione vengano prese con cura tutte le migliori misure preventive conosciute oggi e ritenute efficaci (come il distanziamento sociali e l’utilizzo dei DPI).

Nessun paziente di eta inferiore ai 65 anni con diabete 1 anche era deceduto, anche se questi pazienti erano troppo pochi.

È confermato che una alta glicemia era positivamente associato sia ad un rischio elevato di morte entro il settimo giorno, che al ricorso all’intubazione.

Quindi si conferma quanto già emerso da tanti studi: è fondamentale per tutti i diabetici avere una glicemia ben controllata. Il Covid associato al diabete è quindi pericoloso, ma può essere sconfitto.

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